Il valzer dell’impiccato – Jeffery Deaver



Jeffery Deaver
Il valzer dell’impiccato
Rizzoli
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Una bambina segue sua madre per le strade di New York, ma qualcosa attrae la sua attenzione. Rallenta, si ferma, osserva. Cerca di attirare l’attenzione della mamma ma questa, impegnata a cercare un aiuto domestico per la cena in programma quella sera, non l’ascolta.Gli occhi della
piccola però fotografano ogni particolare della scena, facendo di lei la preziosa testimone di un rapimento. Chi ne è responsabile? Chi è la vittima?Per rispondere a questi interrogativi il NYPD si rivolge a Lincoln Rhyme e questi, insieme ad Amelia Sachs, lasciando da parte un progetto di viaggio in Groenlandia si tuffa nell’indagine.
Sul luogo del rapimento, oltre a minime tracce dell’aggressione, la detective rintraccia uno strano cappio, fatto con budello animale, una corda che viene usata per gli strumenti musicali. Questo varrà al criminale l’appellativo de Il Compositore. Ma chi è costui? Perché filma, con splendidi sottofondi musicali, l’agonia della sua vittima? È un serial killer?
L’indagine avanza senza pause. Ma…
Ma questo nuovo Thriller di Jeffery Deaver (dedicato all’amico Giorgio Faletti) sembra rivolgersi ad un pubblico particolare, che apprezza molto l’autore americano, quello dei lettori italiani, e forse anche per questo la scena della crime-story si sposta dalla costa dell’oceano Atlantico a quella ben più familiare per noi del mediterraneo, e per la precisione a Napoli.
È difatti nel capoluogo partenopeo che si compie il secondo rapimento del Compositore. Ad essere rapito, questa volta è un migrante. Perché?
Occorrono poche ore di volo a Rhyme e alla sua equipe per raggiungere lo stivale e offrire collaborazione e suggerimenti agli investigatori della polizia italiana.E la caccia è aperta…
Della trama dell’ultima fatica di Deaver è meglio non raccontare altro, perché si priverebbe il lettore dei sapienti colpi di scena ideati dal maestro della suspense. Vogliamo però sottolineare il grande impegno profuso in questa ambientazione e il piacere, non da poco, di guardare al nostro Paese con gli occhi (alle volte ironici, ma mai di superiorità) di uno straniero. È davvero piacevole gradevole. Così scopriamo come certe nostre “produzioni” (cibo, moda, arte) siano un valore inestimabile per un americano, tanto da definirle le migliori.
Il lavoro di documentazione svolto è davvero interessante e risulta piacevole attraversare i vicoli dei quartieri spagnoli in compagnia della penna di questo scrittore.
Ma soprattutto c’è la sapiente gestione dell’azione, il flusso degli avvenimenti, l’intreccio della trama per nulla scontata, e la sua collocazione in questi difficili tempi di globalizzazione e migrazione di massa. Molto interessante, come sempre, la caratterizzazione dei personaggi che, spesso, non sono affatto ciò che sembrano. Colpi di scena del Thriller si alternano alla vita alle vicende umane dei protagonisti, dove nulla è dato per scontato. E i personaggi “italiani” sono disegnati così bene, che il lettore non può fare a meno di affezionarsi a questo set extra-territoriale, augurandosi che il successo di questo racconto spinga l’autore a dar vita a una serialità italiana delle indagini di Mr Lincolm Rhyme.
Era diverso tempo che non leggevo Deaver ma devo confessarvi che, nonostante le sue 500 pagine, il romanzo è volato via in un soffio, riconciliandomi con la Fiction made in Usa. Un libro con una trama coerente, una grande capacità di gestire la suspense e senza punti morti. C’è azione, sempre. E non posso concludere che augurandomi di leggere presto una nuova “fatica” di quello che non a torto è considerato uno dei massimi scrittori di questo genere.

Flaminia P. Mancinelli

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