Vanina è nata in una villa alle pendici dell’Etna. Intervista a Cristina Cassar Scalia – La logica della lampara

Con La logica della lampara, Einaudi, Cristina Cassar Scalia era tra i cinque finalisti del Premio Scerbanenco 2019.

51eucRyXhuLSecondo libro noir e già tra i finalisti di un prestigioso premio, te lo saresti mai aspettato?
Assolutamente no!

Un successo nel genere crea timori per le aspettative che fa nascere o è solo gioia?
Direi un po’ e un po’. Da un lato aumenta il senso di responsabilità nei confronti di un pubblico di lettori che diventa più ampio, e di conseguenza cresce il timore di poterlo deludere. Dall’altro, però, c’è la grande felicità di sapere che i propri personaggi hanno colpito il cuore e l’immaginazione di tante persone. Questa, secondo me, è la vera linfa vitale per uno scrittore.

Hai scritto in passato libri storici, come è avvenuto il passaggio al noir? Pensi che potresti scrivere un noir storico?Il passaggio al noir è avvenuto per caso, in realtà. Da lettrice di gialli avevo sempre pensato che scriverne uno fosse un esercizio al di sopra delle mie capacità. Poi, proprio mentre ero alla ricerca di una nuova storia da raccontare, mi sono imbattuta in un’antica villa alle pendici dell’Etna, e dentro c’era un montacarichi … Non so come, non so perché, ci ho immaginato dentro un cadavere mummificato. Da più di 50 anni. E’ nata lì l’idea di Sabbia nera e del vicequestore Giovanna Guarrasi detta Vanina.

Vanina è nata già come personaggio seriale?
Non subito. Quando ho iniziato a scrivere di lei non sapevo nemmeno se le sue gesta sarebbero mai finite in libreria. Mentre aspettavo di scoprirlo, però, annotavo tutte le idee che mi venivano per altri casi in cui coinvolgerla. E’ stato appena dopo aver saputo che Einaudi Stile Libero l’avrebbe pubblicato che ho realizzato la possibilità di sviluppare altre storie. 

Quale è stata la prima caratteristica di Vanina che ti è venuta in mente?
Le Gauloises! …Scherzo, ovviamente. Nella prima immagine che ho visualizzato, lei era circondata da locandine di vecchi film. L’ho costruita come una donna professionalmente realizzata, ma piena di contraddizioni e di ombre nel privato. E l’ho immaginata da subito come figlia di un poliziotto vittima di mafia.

Ci sono argomenti che pensi non tratterai mai in un tuo libro?
Io non riesco a scrivere storie che non mi piacerebbe leggere, di conseguenza credo che non scriverei mai un fantasy né un romanzo distopico.

Immagina di essere a cena con Vanina, di cosa parlereste? Pensi avrebbe qualcosa di cui lamentarsi con te?
Be’, è facile: parleremmo di vecchi film! Potrebbe lamentarsi di attentare alla sua salute facendola fumare come una ciminiera e mangiare dolci a quattro palmenti.

Essere una scrittrice di successo comporta anche sacrifici,viaggi, presentazioni, festival ed eventi. Come vivi tutto questo? Come riesci a conciliare la tua vita privata e professionale con gli impegni di scrittrice?
Sicuramente la mia vita ha subito un’accelerazione. Viaggiavo già abbastanza da prima, appresso alla moltitudine di congressi di oftalmologia cui partecipo anche per seguire mio marito che spesso è relatore. Ora viaggiamo per due diversi motivi, ma cerchiamo ugualmente di partecipare il più possibile l’uno alle trasferte dell’altro. Quando posso, cerco di far coincidere le presentazioni con i congressi, sia come data che come sede.

Ricordi il primo libro che hai letto?
Se escludiamo le fiabe di Collodi, il primo vero romanzo che ho letto è stato Piccole Donne.

In che oggetto ti riconosci?
Una macchina da scrivere.

Hai la possibilità di attribuirti la paternità di un libro non tuo, quale scegli e perché.
Ma no! Non lo farei mai! 

Perché e per chi scrivi?
Scrivo perché ho sempre amato farlo, e perché infilarmi nelle storie e nei personaggi che invento mi emoziona, oltre a divertirmi da morire. Un tempo scrivevo per me stessa, al massimo per i pochissimi cui facevo leggere i miei racconti. Adesso scrivo anche per tutti i lettori che si sono affezionati alle mie storie, con la speranza di non deluderli mai.

MilanoNera ringrazia Cristina Cassar Scalia per la disponibilità.

Cristina Aicardi

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