Un corso di scrittura in un carcere ha dato il là alla nascita di Vento in scatola, frutto della collaborazione tra Malvaldi e Glay Ghammouri, detenuto in Toscana.
Un giallo atipico che si svolge interamente all’interno di una prigione e che fa del paradosso la sua chiave di lettura migliore.
La penna ironica e pungente di Malvaldi rende senza mai indulgere in pietismo o forzata comprensione la vita rinchiusa di carcerati e agenti penitenziari, descrivendone la quotidianità, le contraddizioni e le difficoltà.
Una vita di convivenza forzata, che spesso dipende da una folle e tragicamente comica burocrazia.
Una storia di umanità rinchiusa, giustamente , sia chiaro, che cerca una sua dimensione nuova, una sua quotidianità. Una società con le sue regole, le sue gerarchie e le sue magagne descritta dall’interno con una levità che riesce a rendere tutto molto più credibile e intellegibile.
E riuscire anche a riderne è un passo in più verso la comprensione e la conoscenza.
Ma Vento in scatola è anche un giallo che stupirà per la sua costruzione insolita, per il suo meccanismo originale, ma in fondo questo da Malvaldi ce lo aspettavamo: che siano scritti a due o a quattro mani i libri di Malvaldi sono sempre una boccata di “Vento” fresco.
Vento in scatola –
Cristina Aicardi