Victims – Bo Svernstrom



Bo Svernstrom
Victims
Longanesi
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Carl Edson è un ispettore della polizia di Stoccolma e l’indagine che lo aspetta non è certo di routine. In un capannone fuori città viene ritrovato un uomo crocifisso dopo aver subito pesanti mutilazioni. L’uomo trasportato subito in ospedale muore dopo un paio di giorni in circostanze poco chiare. La vittima ha precedenti penali che fanno pensare a un regolamento di conti come movente, ma in breve tempo vengono rinvenuti altri cadaveri su cui sono evidenti segni di terribili torture. La pista sembra così orientarsi verso un serial killer spietato che agisce come una sorta di giustiziere. IL problema principale è riuscire a trovare un collegamento che dia senso alla sequenza di omicidi, un filo che unisca tra loro le storie delle vittime. Carl e la sua squadra indagano a 360 gradi per cercare di dare un nome al misterioso killer. Al suo fianco troviamo Simon Jern, Jodie Soderberg, il burbero tecnico Lars-Erik Wallquist e l’enigmatica medico legale Cecilia Abrahamsson. Non ultima incontriamo la giornalista Alexandra Bengtsson che si intromette nelle indagini e il suo contributo non sarà di poco conto…
Siamo davanti a un thriller forte, con caratteristiche davvero particolari. Tutti i protagonisti sono a modo loro delle vittime, a cominciare dall’assassino. Il colpevole si presenta fin dalle prime pagine con brevi interventi in prima persona, fino a prendere il sopravvento nella seconda metà del libro dove si rivela spostando su di sé tutta l’attenzione. Quello che emerge per molti dei personaggi è un passato complicato sia dal punto di vista emotivo che affettivo e fa da innesco all’incalzare degli eventi omicidi. I drammi passati vengono svelati poco per volta, in tanti piccoli flash che evidenziano situazioni familiari difficili e che solo alla fine però renderanno nota tutta la verità. Molti dei particolari rivelati nel finale sono importanti tasselli che ribaltano la prospettiva e mostrano sotto altra luce tutta la vicenda.
La scena è occupata in buona parte da Carl e Alexandra e i loro tratti psicologici sono scandagliati con attenzione. Le loro storie familiari sono ricostruite per il lettore rendendo conto di stati d’animo, fallimenti, esami di coscienza. Un lungo percorso a ritroso ripercorre il passato e dà forma e sostanza al presente. Educazione familiare, abitudini, amicizie, lavoro, piccoli e grandi traumi, indole costituiscono le fondamenta dell’esistenza di ciascuno, sono i pilastri esperienziali su cui si costruisce la personalità. L’autore si addentra in quel territorio insidioso che cerca di scovare le ragioni profonde che muovono l’animo umano, di trovare le risposte ad azioni che sembrano prive di logica e di compassione. Si diceva che tutti i personaggi sono vittime, ma alla fine scopriamo che sono allo stesso tempo anche colpevoli e a questo punto può sorgere il dubbio sconfortante che la giustizia sia un obbiettivo impossibile da raggiungere.

Cristina Bruno

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