Vita segreta degli scrittori – Guillaume Musso



Guillaume Musso
Vita segreta degli scrittori
La nave di Teseo
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Forse non tutti i grandi scrittori hanno una vita segreta, come recita il titolo dell’ultimo romanzo di Guillaume Musso (La vita segreta degli scrittori, Edizioni La nave di Teseo, Collana Oceani, giugno 2019, pag. 275), ma è certo che molti di loro ne affollano le pagine. Da Georges Simenon a Jerome David Salinger, da Marcel Proust a Elena Ferrante, da John Steinbeck a Umberto Eco, per citarne solo alcuni, i campioni della letteratura mondiale si affacciano dalle citazioni in apertura di capitolo e tra le righe dell’opera, non a sfoggio di un’indubbia padronanza culturale ma a reverente testimonianza di un’autentica passione.
A cominciare dalla dedica stessa, “a Nathan”, che di sicuro chiama in causa Nathan Fawles, il protagonista, ma ammicca nondimeno al Nathan Zuckerman di Philip Roth, suo personaggio seriale che fa la prima apparizione ne Lo scrittore fantasma dove, guarda caso, il giovane Zuckerman incontra il suo idolo letterario, E. I. Lonoff, ritiratosi in volontaria reclusione.
La citazione di Roth è d’obbligo, visto che Musso gioca l’intero romanzo sul rapporto tra l’autore di culto Nathan Fawles, che dopo tre romanzi salutati da pubblico e critica come altrettanti capolavori ha abbandonato senza ragione apparente la scena letteraria e ora vive appartato sull’isola mediterranea di Beaumont, e Raphaël Bataille, scrittore esordiente che lo venera. Il giovane, dopo essersi visto rifiutare la sua opera prima da quattordici case editrici, adesso anela soltanto al parere dii Fawles, ai suoi occhi l’unico in grado di valutare il romanzo con cognizione di causa e, dunque, di decidere se l’ambizione narrativa di Raphaël abbia un futuro.
Da vent’anni però, Fawles è irraggiungibile, recluso in una villa-fortezza dell’isola e protetto da un feroce cane da guardia e da un fucile, che lui non esita a scaricare contro chiunque si avvicini al muro di cinta. Sembra dunque che la determinazione di Raphaël debba arrendersi davanti all’impossibile quando, d’improvviso, all’orizzonte si manifesta un provvidenziale alleato: è l’isolano Gregoire Audibert, che cerca un collaboratore in vista della chiusura della sua libreria, la Rose Écarlate, per inventariarne le opere.
Ecco quindi che Bataille, in un luminoso mattino di settembre, farà vela verso Beaumont dove dal suo idolo riceverà le più insperate e illuminanti lezioni di scrittura della sua vita, ma incrocerà segreti terribili, omicidi efferati e anche una femme fatale, Mathilde Monnay, decisa quanto lui a carpire i misteri di Nathan Fawles.
La vita segreta degli scrittori, al pari di recenti successi quali La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker e La versione di Fenoglio di Gianrico Carofiglio, è un chiaro esempio di come un noir possa essere crudele e serrato pur non abbandonando il luminoso tracciato del romanzo di formazione.
Magistrali, infatti, risultano alcuni “precetti” che lo scrittore affermato impartisce all’esordiente, primo tra tutti: “L’essenziale è la linfa che irrora la tua storia. La sostanza che deve possederti come una corrente elettrica. Che deve bruciarti le vene, affinché tu non possa far altro se non andare in fondo al romanzo, come se ne dipendesse la tua vita”. E più oltre il suggerimento che si rivela fatale, introdurre l’elemento romanzesco nella vita e introdurre la vita nella scrittura.
Di pagina in pagina, Musso riversa in Raphaël Bataille tutta la sua sconfinata passione per la letteratura, che non è compiaciuta citazione del proprio sapere ma sincera e vibrante ammirazione per i giganti della narrativa, come in Nathan Fawles altrettanto efficacemente traduce l’eterno dilemma dello scrittore, in conflitto tra la forzata solitudine della sua arte e l’esigenza di una pubblica amplificazione.
Accanto ai due protagonisti si staglia, non come sfondo ma come personaggio di pari rilievo, l’isola di Beaumont, pura invenzione di Musso ma, al pari della simenoniana Porquerolles, collocata al largo della Provenza. Con la più grande delle Hyères divide l’estrema riservatezza degli abitanti e gli scorci mediterranei, ma, per ammissione dello stesso Musso, reca un tributo anche a certe baie inaccessibili della Corsica, al fulgore delle abitazioni della greca Hydra e alle distese sabbiose del Massachussets. Lungo le pagine del romanzo, Beaumont trascolora dalla luminosità ventosa di un settembre quasi estivo al tempestoso autunno di un ottobre che si rivelerà tragico e definitivo.
Una scrittura piana ma evocativa, ben modulata nelle diverse forme espressive che si alternano nel romanzo – pura narrazione, reportage giornalistici, interviste, e-mail, perfino decreti d’interdizione alla navigazione – Guillaume Musso trascina il lettore in un racconto dal ritmo tragico e incalzante, senza mai trascurare l’omaggio ai suoi modelli letterari con molto più di una dotta citazione: incontaminata passione.

GUILLAME MUSSO è nato ad Antibes nel 1974, ha iniziato a scrivere dopo gli studi e non si è più fermato, nemmeno quando è diventato professore di Economia. I suoi libri, tradotti in 40 lingue, e più volte adattati per il cinema, lo hanno consacrato come uno dei più importanti scrittori di noir, grazie al successo di romanzi come Il richiamo dell’angelo, Central Park, La ragazza di Brooklyn, Un appartamento a Parigi, pubblicati tutti da La nave di Teseo.

Giusy Giulianini

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