Licia Troisi

Licia Troisi, in occasione della sua partecipazione al Festival del Racconto del Premio Chiara a Varese, ha concesso un’intervista a Whiteside.

Nata a Roma nel 1980 da genitori campani, scrittrice di fantasy in pochi anni ha venduto circa 300’000 copie dei suoi libri che sono stati tradotti e distribuiti in Spagna, Portogallo, Germania, Turchia, Brasile e sono in fase di traduzione in francese, polacco e russo.

E’ stata finalista del premio Italia 2005.

All’età di 7 anni per gioco aveva iniziato a scrivere libri e a raccontarsi storie. A 21 anni ha trovato una storia che secondo lei aveva un capo e una coda e ha deciso di scriverla. Erano circa 700 pagine con scrittura 12 fitta. Spedito il plico per posta alla Mondadori, dopo circa 4 mesi è stata chiamata da Sandrone Dazieri. Era in casa e stava giocando con un videogioco Risiko con le casse dello stereo ad alto volume e faticava a sentire cosa diceva l’uomo dall’altra parte del telefono.

Al terzo « salve sono Sandrone Dazieri » aveva capito che era il caso di spegnere il computer e ascoltare. Il manoscritto è stato pubblicato a partire dal 2004 suddividendolo in tre tomi, così è nata la prima trilogia Cronache del mondo emerso. La seconda trilogia, Guerre del mondo emerso, è stata scritta separatamente, un volume per volta. Attualmente sta revisionando le bozze dell’ultimo volume, Un nuovo regno, che dovrebbe uscire il 13 novembre 2007.

Laureata in fisica con specializzazione in astrofisica, Licia Troisi lavora presso l’Agenzia Spaziale Italiana.

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere

Il nome della rosa di Umberto Eco, avrei voluto essere in grado di scrivere un libro così ricco. Dei miei libri non mi pento, eventualmente cambierei qualche cosa se potessi riscriverli.

Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?

Sono una scrittrice di genere e sono contenta di esserlo. La definizione di genere è una guida per il lettore per sapere a grandi linee che cosa si deve aspettare da un libro.

Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare.

A volte rileggo alcuni brani dei Fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij.
In questo periodo la mia ossessione è una canzone dei Muse, Fury, la ascolto migliaia di volte.
Underground di Emir Kusturica è un film che va rivisto diverse volte per comprenderlo bene.

Si può vivere di sola scrittura oggi?

Con un po’ di fortuna si.
Bisogna avere successo, il successo è un po’ imperscrutabile…

Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?

Non so che dire, io non ne ho frequentate. La scrittura è un mestiere e si possono apprendere delle tecniche. Però ci sono alcune cose che sono innate.

ambretta sampietro

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