WW (DiRottamenti) – La Cina a nudo

«La Cina tradizionale non ha mai conosciuto il nudo. Certo, i cinesi hanno una loro lunga tradizione di pornografia, scritta e illustrata, dove si tratta di giochi erotici assai sofisticati…», così Renata Pisu spiega, in Mille anni a Pechino. Storia e storie di una capitale (Sperling & Kupfer) perché sia tanto strano vedere nella sperduta cittadina cinese di Yuli, tanti artigiani che scalpellano statue come la Paolina Borghese del Canova. Come pure immensi Padre Pio, che nudi non sono, ma nella patria del confucianesimo e nel Paese della Rivoluzione culturale fanno un certo effetto. In vista delle Olimpiadi le librerie sono state invase da una marea di libri sulla Cina.

Sulla stessa Pechino ne è uscito un altro, imponente e colto, edito da Einaudi: Pechino. Storia di una capitale, firmato da Lillian M. Li, Alison J. Dray-Novey, Haili Kong e tradotto da Piero Arlorio. Non è un’esagerazione: la Cina è un Paese sempre più determinante per i destini dell’umanità. Ma proprio per questo mi piace segnalare il libro della Pisu. Non perché è donna (non soltanto almeno) ma perché, come aveva già raccontato nei suoi tanti libri, e in particolare in La via della Cina (sempre Sperling & Kupfer e dal 2004 in edizione economica), arrivò a Pechino per studiare all’Università di Beida, con altri studenti italiani, addirittura nel 1957.

Sono davvero in pochi i giornalisti che possono vantare una così lunga conoscenza della Cina, della sua lingua e della sua cultura. Per questo, ancora della Pisu, che ha sempre avuto anche il pregio di non farsi trascinare da pregiudizi e ideologie, val la pena leggere Cina. Il drago rampante. Perché la Cina è davvero un Paese complesso, che vive di contraddizioni ed esagerazioni. Me ne viene in mente una, ricordata proprio dalla Pisu: uno dei Quattro Grandi Crimini imputati all’architetto Liang Sicheng, uno dei pochi che tentò di difendere Pechino dallo sventramento selvaggio.

Nell’aprile 1966 l’architetto aveva baciato sulle guance la donna a capo di una delegazione di architetti francesi in visita all’università di Pechino “negando così l’integrità culturale del popolo cinese”. Chissà che cosa avrebbe pensato Paolina Borghese: di questo e del fatto che oggi le repliche della sua celebre statua si fabbricano proprio in Cina.

valeria palumbo

Potrebbero interessarti anche...