Zona franca



massimo cassani
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Milano, via Padova. Autunno 2012. Il silenzioso distratto 42enne commissario Sandro Micuzzi, occhi bovini e baffoni rossicci, Toscanelli sempre in bocca, confinato dal pessimo questore Nardò alle scartoffie e alla noia di Città Studi, riceve la telefonata dell’amica giornalista freelance Ambra Cattaneo su una morte che “puzza” Con tre colpi di una pistola nazista, alle 4 di mattina è stato ucciso Luigi Pecchi, detto Gigi Sciagura, ex partigiano, sempre in bici e con un megafono, urla a non finire per far abbattere il Duomo, contro un pessimo ricco imprenditore, sul proprio tesoro nascosto. Se ne occupa la sua ex squadra della Mobile, ma poi pestano Ambra che finisce in coma all’ospedale, ospitava un’amica amante che si trasferisce da lui, incalzato anche dalla ex Margherita. Allora si impiccia, con l’aiuto del bravo sostituto Cavalli. Oltre alla delinquenza organizzata e a eredità varie ci sono di mezzo vecchi fascisti e l’Anello, il Noto Servizio clandestino coinvolto nella strategia della tensione. Buon nuovo romanzo per il giornalista 47enne Massimo Cassani (“Zona franca”, Tea 2013, pag. 425 euro 14), in terza varia al passato.

valerio calzolaio

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