1,2,3 via!

“La routine di Dexter”, mi segnala una chiamata:
Io: “Pronto?”
D.: “Dove siete?”
Io: “Siamo qui al Politeama”
D: “…non è vero! Sono qui davanti e voi non ci siete!”
Io: “…guardami…, sto girando l’angolo della chiesa… et-voilà!”
Lo sguardo severo del Direttore si rabbonisce subito.
Ed è con questa “tirata d’orecchi” che incomincia il nostro primo NebbiaGialla, anche se in realtà il festival è già alla terza edizione.
Abbiamo giusto il tempo di accomodarci nella sala gremita che Roversi prima e l’assessore Canova poi, salutano il pubblico e danno il via ai lavori di questa due giorni densa di appuntamenti.
Il primo è subito Noir in grande stile; sul palco ci sono (in rigoroso ordine alfabetico) Barbara Baraldi, Alfredo Colitto e Roberto Valentini moderati dalla preparatissima Alessandra Anzivino. Il tema oggetto della discussione è “Emilia felix?” ovvero l’Emilia, è ancora un’isola felice? Come appare nei loro romanzi?
Rompe il ghiaccio Valentini, noto autore Sassuolese, convinto che da una ventina d’anni a questa parte le organizzazioni criminali abbiano prolificato, anche grazie a una caduta della tensione morale, nell’intero paese, ma soprattutto in Emilia.
È quest’Emilia contaminata lo sfondo del suo Scimpru. Romanzo scaturito dall’idea iniziale di un lavoro a quattro mani, che però non si è mai realizzata, lasciando così l’autore a lavorare da solo a un soggetto che richiedeva uno stile nuovo, completamente diverso dal suo “collaudato” Castelli, che gli permettesse di gestire una storia del passato che influisce su quella attuale, con continui richiami e collegamenti, trovandosi in pratica a dover gestire un personaggio “doppio”.
Con la Baraldi ci si sposta un poco più a est, fino al confine tra Emilia e Romagna: qui, nella monotonia paesaggistica della campagna ferrarese -che la giovane autrice trova claustrofobicamente angosciante- si svolge il suoLa collezionista di sogni infranti . Una riflessione sul mondo internet, sulla possibilità che offre ai suoi utenti di nascondersi, manipolarsi e ricrearsi “virtualmente” per vivere una vita apparentemente perfetta, almeno sullo schermo di un monitor (anche grazie ai nick, agli avatar, ecc.). Ed è questa riflessione la scintilla che ha dato vita al libro della Baraldi, animato da due protagoniste, diverse tra loro che, impersonano queste realtà virtuali e i loro possibili sviluppi.
Con Alfredo Colitto ci spostiamo nella Bologna del 1300, ambientazione del suo Cuore di ferro, un’epoca (quella medievale) inquietante di per sè, anche se permeata di quell’atmosfera godereccia, di città ricca e dotta, che sfrutta gli studenti della sua Università e dove i fatti di sangue e gli atti violenti sono all’ordine del giorno. Nonostante i 7 secoli di distanza, le cose non sono poi molto cambiate…
Sebbene la storia sia inventata, quello di Colitto è un romanzo storico, con ambientazioni fedelissime, perché a detta degli autori, il pubblico italiano è in media più esigente di quello statunitense: che richiede ricerche molto approfondite per rendere al massimo i dettagli. Il risultato è la storia di Mondino de’ Liuzzi medico bolognese veramente esistito, che ritroveremo sicuramente in altri libri: è una promessa dell’autore.
La discussione è veramente interessante, gli ospiti e la moderatrice sono davvero bravi nel catturare l’attenzione della platea, ma il tempo scorre e gli appuntamenti sono ancora tanti! Interviene il Direttore che saluta gli ospiti e c’invita a pranzare con gli autori, così da poter dar sfogo alla nostra curiosità.
Solo cinque minuti di pausa e si riparte con i “Talent scout del giallo”. Ma questa è un’altra storia.

andrea e cristina zannini

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