Un’inchiesta giornalistica nata quasi per caso, di quelle che oggi non nascono quasi più, d’altro canto la vicenda è ambientata alla fine degli anni Settanta. Un traffico internazionale di yacht comprati e venduti, un sistema nemmeno tanto raffinato per frodare il fisco. Fremiti indipendentisti alla vigilia del referendum per la Scozia. Una reporter che deve lottare ogni giorno per riaffermare che la sua professionalità è almeno pari a quella dei colleghi maschi. Un giornalista che ha in mano uno scoop da far tremare i ricchi imprenditori (più prenditori che “im”) scozzesi, ma che rischia di sfasciare la propria famiglia perché è coinvolto il fratello adottivo.
E chi più ne ha, più ne metta. Tanti eventi, spunti, argomenti in questo “1979” di Val McDermid, pubblicato da HarperCollins, adeguatamente sostenuti da un solido lavoro di ricucitura che slalomeggia tra tutti gli elementi. Un vero e proprio ricamo, piacevole e fluido che permette a Val McDermid di confermarsi, caso mai ce ne fosse bisogno, scrittrice di gialli/noir di assoluto valore, con trame perfette, cesellate finemente. In più il merito per McDermid, con questo romanzo, di calare il lettore in un periodo storico tutto sommato poco conosciuto dalle nostre parti, impegnati come eravamo a costruire la “Milano da bere” poi diventata “l’Italia da mangiare”.
Tutto comincia nel periodo delle vacanze natalizie. La giornalista del Clarion, quotidiano di Glasgow, Allie Burns, sta tornando a casa in treno. Con lei c’è Danny Sullivan, anche lui giovane reporter con la “fissa” dello scoop. E un’inchiesta potenzialmente fragorosa Danny ce l’ha tra le mani. Certo, è tutta da strutturare, da verificare, ma ce l’ha. Ad un tratto su quel treno accade l’imprevisto: un parto in una carrozza. È Danny, che stava raccontando ad Allie di essere sul punto di scrivere un pezzo-inchiesta che gli cambierà la vita, a far in modo che la nascita del bambino avvenga senza problemi, grazie alla sua esperienza di infermiere volontario. E Allie si ritrova a scrivere a sua volta un reportage del lieto evento che avrà grande riscontro pubblico. Proprio lei che quotidianamente lotta per allontanarsi dalle “storie di donne” che i suoi capi del Clarion continuano ad assegnarle. Danny, intanto, è roso da dubbi e sensi di colpa, perché la sua inchiesta prende le mosse dai comportamenti poco limpidi del fratello adottivo, Joseph, un assicuratore disonesto nonché suo esatto opposto. Allie, mentre aiuta il suo collega a strutturare meglio l’inchiesta, spinta da una sua collega si imbatte in un gruppo di indipendentisti scozzesi, tra i quali alcuni giovani ultranazionalisti che mirano a creare il caos, seguendo le gesta degli irredentisti irlandesi dell’IRA.
Ovviamente le indagini e gli articoli attirano l’attenzione di figuri di ogni tipo, nemici a gogò, con conseguente rischio di rimetterci la pelle.
McDermid con “1979” ha creato un romanzo che si legge come una sequela infinita di articoli di cronaca, che fanno scattare curiosità crescente, dando dipendenza. Vi ritroverete a leggere cercando di tirare il fiato senza riuscirci, facendovi coinvolgere emotivamente, con tanto di indignazione (sentimento sempre meno comune).
In conclusione, una storia avvincente, con un meccanismo da orologeria svizzera. Un viaggio nel recente passato, che potrebbe essere molto attuale se non fosse per la mancanza degli smartphone. Un romanzo scritto in maniera scorrevolissima e raffinata, con un livello di suspense alto, che però non si estrinseca in maniera ossessiva, viaggia quasi sottotraccia, mantenendo sempre il giusto livello di allerta per il lettore.