L’ironia è fondamentale per sopravvivere ai momenti complicati – Intervista a Simona Tanzini, Conosci l’estate?

Da un paio di settimane nelle librerie con il suo giallo d’esordio, Conosci l’estate?, Sellerio, Simona Tanzini ha cortesemente accettato di rispondere a qualche nostra domanda.
Camilleri, Costa, Gimenez-Bartlett, Malvaldi, Manzini, Recami, Robecchi, Savatteri, Tanzini, in rigoroso ordine alfabetico. Che effetto fa essere entrati a far parte della squadra di giallisti Sellerio?
Con me dentro, sembra il gioco “Trova l’intruso” della Settimana Enigmistica.

Primo romanzo, un giallo. È stata una scelta precisa o è la storia che ti ha portato lì?
Volevo confrontarmi con un giallo per provare a impormi un po’ di disciplina nella scrittura: il giallo è rigoroso, pensavo, devi avere una trama definita, essere capace di scalettare con precisione e stare attento a ciò che combini di pagina in pagina. In realtà poi è andata che ho fuso una trama gialla con una scena che non c’entrava nulla con un’altra storia ancora. La disciplina non è il mio forte.

Come è nata Viola? E perché hai scelto di caratterizzarla con la sinestesia cromatica?
Nata per caso, mentre scrivevo altro. La sinestesia cromatica mi affascina da quando ne ho scoperto l’esistenza. Avevo questo personaggio che si muoveva in una città piena di colori, ho pensato che la sinestesia cromatica per lei fosse perfetta.

Romana, trapiantata a Palermo, giornalista, avete altro in comune?
No.

Altra protagonista prepotente del libro è la città di Palermo, che tu definisci “ un ossimoro”, una contraddizione, “ una città che ti capita e non puoi farci nulla”, ci vuoi spiegare perché?
Palermo è descritta come un ossimoro proprio per le sue contraddizioni, le sue molteplici anime, il suo aspetto sfavillante e struggente. Viola è capitata a Palermo e Palermo le è capitata, e nonostante litighi costantemente con la città, allo stesso modo le dedica, pur in modo non esplicito, continue dichiarazioni d’amore. Perché Palermo è così, ha questo impatto, e non ci si può fare nulla.

Viola e il suo “pessimismo comico” (che anch’io pratico da anni con grande convinzione) sono una delle forze del libro. Quanto conta l’ironia e quanto è difficile calibrarla in un libro e nella vita?
Più facile in un libro che nella vita, credo. In un romanzo hai tutto il tempo di riflettere su ciò che vuoi dire, mentre stai seduta comoda e non ti succede nulla. La vita è “leggermente” più complessa e spiazzante. Per me, l’ironia è fondamentale per sopravvivere ai momenti complicati, cercare di dare un’importanza corretta a tutto, ricordarsi di non prendersi troppo sul serio. Per Viola, serve a mantenere l’equilibrio.

Viola. I suoi pensieri  e la sua storia potevano essere raccontate solo in prima persona, che è quella che più rende facile l’immedesimazione dell’autore e del lettore  Hai trovato qualche  difficoltà  particolare nella scrittura?
No, è venuta fuori così da subito, in prima persona al presente. Viola può esprimersi solo così, del resto: del passato non ama parlare, sul futuro non ha le idee chiare, le resta il presente. E quindi una volta compreso che taglio volevo dare al personaggio, è stato naturale darle anche questo tono di voce e questa narrazione immediata.

Viola nel libro prende spesso l’autobus, anche a caso, e nei ringraziamenti tu scrivi “ grazie a chi mi ha vista sull’autobus”.  L’autobus ha qualche valenza particolare?
Viola prende spesso l’autobus perché con il caldo dello scirocco palermitano più di tanto a piedi non può andare. E per lei è perfetto perché le piace osservare e ascoltare le persone senza interagire più di tanto.

Sempre nei ringraziamenti dici di essere cresciuta in un mondo di libri, d’estate soprattutto gialli. Quali sono o sono stati i libri che ti hanno più segnato e coinvolto?
Troppi. Ogni volta che mi viene posta questa domanda scopro che cito autori diversi. Sono passata con disinvoltura da McLiam Wilson, Murakami e Hornby nella prima presentazione, a Pratchett, Piazzese e Calvino nella seconda, senza tralasciare Christie, Quinn, Stout. Ora di getto mi verrebbe da dire Jerome K. Jerome, per esempio, rimproverandomi aspramente di non averlo citato finora, ma anche Benni e Austen. Domani risponderei con altri autori.

“Loro non cambiano”. La storia del libro non parla di criminalità organizzata, ma qua e là spuntano accenni e riferimenti. È possibile raccontare  Palermo senza parlare di malavita?
Puoi raccontare una parte di Palermo, ma credo valga per qualsiasi città. Puoi scegliere il punto di vista ogni volta che descrivi qualsiasi realtà, purché sia chiaro. In questo caso, Viola specifica che è a Palermo da meno di un anno e quindi la conoscenza che ha della città è limitata alla sua esperienza.

Piccola stoccata riservata ai giornalisti: “ quando parliamo della gente, della gente non sappiamo niente. Il giorno dopo è finita e stiamo già parlando di altro…..
Da giornalista, cosa pensi del “ circo mediatico” ?
In effetti Viola usa l’espressione “circo mediatico” con ironia, riferendola alla realtà molto specifica e delimitata che si trova davanti. Le sue riflessioni su questo mestiere sono costanti nel corso del romanzo, perché è un mestiere che ama, e quindi tende a essere critica verso alcuni aspetti. Rispetto a lei, io tendo a mantenere una visione più complessiva, forse più equilibrata.

Asciutta, incisiva, precisa ed essenziale, la tua scrittura quanto deve al giornalismo?
Domanda su cui rifletto da un bel po’ e a cui non so dare una risposta. Per il momento mi arrendo, ma continuerò a pensarci.

Se Conosci l’estate? avesse un colore, che colore sarebbe e perché?
Potrei giocare a vincere facile e dire Viola. Ma non credo sia così. Credo sia un misto tra il viola della protagonista e i colori caldi di Palermo, l’altra protagonista. E quindi anche qui una contraddizione.

Sei conscia di avere creato una nuova dipendenza, almeno la mia, da  protagonista di giallo Sellerio?
Mi fa piacere ed è divertente, perché la dipendenza da gialli Sellerio è un fenomeno che conosco fin troppo bene, ma non immaginavo di poter passare un giorno dall’altra parte della barricata.

Grazie Simona per il tempo che mi dedicherai, aggiungo solo che il tuo libro è durato solo due ore e mezza, il tempo di divorarlo senza interrompere la lettura nemmeno un attimo, tanto che mio figlio ha detto: “quasi quasi lo riporto indietro e dico che mi sono sbagliato, tanto lo scontrino è di sole tre ore fa….”
Grazie a te per averlo letto con questa passione. E salutami tuo figlio!

MilanoNera ringrazia Simona Tanzini per la disponibilità. 
Qui la nostra recensione a Conosci l’estate?

 

Cristina Aicardi

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