A cena col vampiro



Abigail Gibbs
A cena col vampiro
Fabbri
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Violet sta aspettando la sua amica in piazza a Londra quando vede sei ragazzini affrontare, picchiare e infine uccidere trenta uomini. La visione la lascia paralizzata, vorrebbe scappare ma non ci riesce, e proprio questo le cambierà la vita per sempre.
Il capo della banda, Kaspar, appena finito di ammazzare gli uomini che ha davanti, si gira, sentendosi osservato e annusando uno strano profumo nell’aria, ed è proprio in quel momento che la vede: un’umana. Che fare? Ucciderla o rapirla?
Scelta davvero complicata ma il suo istinto lo spinge ad agire senza pensare e così la rapisce.
Violet però non è una ragazza comune, è la figlia del ministro della difesa, che oltre a essere a conoscenza dell’esistenza dei vampiri è anche incaricato a tenere la cosa segreta e mantenere l’equilibrio tra le due razze, così decide di coprire il massacro avvenuto e non denunciare i rapitori della figlia, facendo finta di non sapere nulla.
Kaspar, il figlio ed erede di una delle famiglie reali dei vampiri, non capisce cosa lo abbia spinto a rapire Violet invece di ucciderla subito, sarebbe stato solo un effetto collaterale della sua missione.
Violet scopre così dell’esistenza dei vampiri e degli ammazzavampiri e si ritrova davanti a una grande scelta che le cambierà tutta la sua vita: rimanere umana o diventare vampira?
Un romanzo che descrive i vampiri sotto una visione diversa, trasportando il lettore in una Londra surreale, gotica e magica.
Primo di una saga, visto il finale aperto, denota una bravura dell’autrice nel coinvolgere il lettore scrivendo di un argomento oramai fin troppo sfruttato, a causa della moda del momento che lo ha riportato in auge.
I luoghi sono descritti molto minuziosamente, al punto che trasmettono al lettore la sensazione di essere trasportato fisicamente, quasi a trasformare realmente l’ambiente circostante. Per i personaggi troviamo la stessa tipologia di descrizione sia a livello fisico che emotivo e mentale, rendendoli così tridimensionali da permettere di instaurare un legame empatico che alla fine del libro lascia la sensazione di essersi appena separati da degli amici, con la voglia di leggere in fretta il secondo capitolo della saga.
Un capolavoro da ritenere quasi impossibile se si pensa che Abigail Gibbs ha solamente diciassette anni.

Micol Borzatta

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