A tu per tu con Matti Ronka

Dalla Finlandia con suspense. Arriva in Italia Matti Ronka e, insieme a lui, il protagonista del suo primo romanzo, l’investigatore privato Viktor Kärppä.

L’uomo con la faccia di assassino (Iperborea, pp.192 €.15.50 ), pluripremiato (Gran premio finlandese per la letteratura poliziesca, Key Glass e il Krimi Preis) è un noir melanconico ambientato tra Helsinki, Tallin e la Russia. Il primo dei sei romanzi che vede protagonista Viktor Kärppä, ex cittadino sovietico naturalizzato finlandese, investigatore privato che vive a Helsinki ma conosce molto bene usi e costumi della spietata criminalità russa. Ogni tanto “per arrotondare” trasporta merce contraffatta per conto di “strani” personaggi e per questo, la polizia finlandese lo utilizza come talpa.

Viktor Kärppä, l’uomo con la faccia di assassino è un duro, armato di una morale tanto ferrea quanto essenziale, ma ha anche una debolezza. Vuoi svelarla ai lettori italiani?

Non riesce ad essere veramente un criminale. Troppo buono. Un “cattivo”, forse, che non sa essere cattivo.

Viktor Kärppä è un border line che vive a cavallo tra la legalità e l’illegalità, tra la criminalità russa e quella baltica. Quanto questo rispecchia la Finlandia odierna?

Col collasso dell’Unione Sovietica, scomparve un’intera struttura sociale e molte persone povere si ritrovarono disoccupate, o scoprirono che le loro pensioni non valevano nulla. Mentre altri si arricchirono spaventosamente. Il collasso della società ebbe ripercussioni soprattutto sugli abitanti delle regioni periferiche, come la Carelia, che vista da Mosca appare lontanissima, e prossima a un confine ostile.

Le attività criminali sono ovviamente legate al confine. Si tratta di contrabbando di merci illegali, di utilizzo di documenti falsi anche quando si commercia in beni legali (per ottenere tasse inferiori e così via…), significa prostituzione, ragazze che vengono mandate in Finlandia, significa merci contraffatte.

Ci presenti una spaccato di una terra, la Carelia, e di una società con un problema serio legato all’identità delle minoranze di frontiera. Oltre queste tensioni, ce ne sono altre?

Ci sono molte minoranze, e sicuramente c’è un meltin’ pot tra ciò che è russo e ciò che è finnico. E la povertà. Non c’è un tenore di vita eccellente.

Passiamo a te. Chi è Matti Ronka? Quando e perché è nata la tua passione per la scrittura?

Sono (ed ero) un giornalista. A 40 anni non avevo mai progettato di scrivere altro da un articolo di giornale. Eppure ero insoddisfatto della mia carriera. Così ho preso un anno sabbatico, sono andato in America per studiare regia documentaristica, ho capito che non avrei mai realizzato un film e ho deciso che invece avrei scritto un romanzo. Il genere “giallo” per me è solo uno strumento.


Una giornalista italiana ha definito il tuo “un romanzo sociale colorato di giallo”. Sei d’accordo con questa definizione?

Come romanziere non mi sento in obbligo di fornire ai lettori un’immagine totale, oggettiva, completa della Finlandia (come farei invece da giornalista).

Forse, ho tentato di ritrarre degli scenari che la gente ancora non ha visto, di rappresentare cose e persone che sono tra di noi ma che non vediamo.

Stai lavorando a qualcosa di nuovo?

Sì, ma per ora top segret! Iperborea in Italia pubblicherà il seguito di questo libro, in estate.

francesca colletti

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