Arbitraggio



Colette Kebell
Arbitraggio
Skittish Endeavours
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Vi piacciono i thriller finanziari? A me sì, purché fatti bene, ma è un genere difficile da padroneggiare. Arbitraggio di Colette Kebell (nome de plume dell’autrice, di cui si sa solo che vive in Inghilterra) è riuscito a convincermi e a piacermi. Linguaggio essenziale ma non scarno, a volte anzi addirittura l’autrice sa ‘amiccare’ ai lettori coinvolgendoli con locuzioni e intrecci che la voce narrante – usata con maestria, e neppure questo è sempre scontato – propone in un racconto fluido e affascinante.
La storia ruota attorno a un giovane e realizzato avvocato (Ryan Logan) coinvolto in un complotto ai suoi danni, la mafia russa (why not?) e banchieri avidi e truffaldini nella Londra dell’alta finanza e dintorni. Un misterioso ammanco di milioni e il loro destino  coinvolge diverse figure, ognuna con il suo tornaconto personale, che tramano e si danno battaglia in modi talvolta sottili, talvolta più cruenti.
Niente di nuovo, direte voi? Invece sì: la trama finanziaria. Non è semplice crearla e gestirla in forma potabile per il lettore, la Kebell invece ci propone un plot che si comprende al volo ma assolutamente lontano da stilemi e temi triti e ritriti. Un bilanciato mix con parti in cui l’azione diventa protagonista dona inoltre a questo romanzo una scorrevolezza che solo le penne esperte sanno regalare, inteso come assenza di episodi esageratamente spettacolari – quelli che in Italia chiamiamo ‘americanate’ – ma ingredienti ben dosati per creare momenti di suspance. Non manca il sesso, ma senza travalicare la sua utilità nel complesso narrativo.
I personaggi, che è difficile identificare in principali e secondari dato l’apporto collettivo alla trama, sono delineati con una certa eleganza tutta femminile capace di dare risalto a dettagli che le penne maschili spesso ignorano, ma le descrizioni non sono mai verbose né pesanti, così come i pochi ma decisivi dettagli che caratterizzano gli ambienti.
Insomma una vera sorpresa pescata nel mare magnum degli autori non di grido, e confesso che scoprire che l’ha scritto una donna mi ha sorpreso ancora di più, proprio in quanto è difficile trovarne che si cimentino in questo particolare filone del thriller.
Il finale, che di solito intuisco in anticipo, mi ha spiazzato e divertito. Pertanto, in conclusione, Arbitraggio di Colette Kebell è una lettura fresca e godibile che dovrebbe piacere a voi come è piaciuto a me.

Dario Villasanta

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