Atlante freddo – Luigi Bernardi



Luigi Bernardi
Atlante freddo
Rizzoli
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Rizzoli Noir ripropone ai lettori la trilogia di Luigi Bernardi composta dai romanzi Vittima facile, Rosa piccola e Musica finita, pubblicata una prima volta tra il 2003 e il 2005 e presentata in un’edizione integrale, del 2006, con il titolo di Atlante freddo. Luigi Bernardi è stato un autore di culto, una leggenda nel panorama della narrativa crime italiana. Come illustrato dalla prefazione firmata da Tommaso De Lorenzis, nel corso di un ventennio Bernardi ha avuto l’enorme merito di scoprire autori geniali – come Carlotto e Fois – e ha dimostrato un coraggio corsaro, fondando case editrici di nicchia e dirigendo collane che hanno scandito la nascita, lo sviluppo e la maturità del noir italiano. 
Sempre in anticipo sui tempi, Luigi Bernardi scriveva e viveva il noir in una versione lontana da quella che affolla da anni le librerie della penisola. In Atlante freddo non troverete descrizioni minuziose delle vie o degli scorci delle città dove si svolgono gli eventi narrati. Le Bari, Bologna e Torino mostrate da Chiara, il personaggio principale dei tre romanzi, sono luoghi neutri, si somigliano solo nella miserabile maniera di concedere uno spazio inospitale all’umanità che ne affolla i vicoli sporchi e i quartieri dormitorio. 
Ci sono Vincenzino e Francesca, nelle pagine di Atlante freddo. Lui, il giovane lupo che si mette in testa di strappare un’affiliazione alla Società barese e per riuscirci sequestra lei, la figlia di un membro occulto e potente di quella stessa organizzazione. C’è Benfenati, meschino sfruttatore del lavoro minorile, al comando di un esercito di venditori ambulanti dispiegato nel labirintico centro storico di Bologna. C’è Abdellah, un marocchino laureato con una tesi su Cervantes all’università di Madrid, che ha capito come mettere al proprio servizio l’avidità dei colletti bianchi italiani, utilizzando le loro competenze per costruire un impero criminale, fondato sullo sfruttamento dei bisogni di migliaia di migranti, da contrapporre alle nuove mafie provenienti dai Balcani e dal Vicino ed Estremo Oriente.
Chiara rappresenta l’anello di congiunzione tra i tre universi del degrado raccontati da Atlante freddo. Attraverso i suoi occhi si assiste al trionfo del forte sul debole e sull’illuso, come sempre, nel mondo di sotto come in quello legittimo, oltre la superficie della marginalità. Le figure positive che la giovane incontra nel viaggio lungo l’Italia che la porta dal sud al nord, dalle coste adriatiche alle pendici delle Alpi, sono inesorabilmente soffocate dalla malvagità e dalle azioni folli della restante massa umana tutta intorno, dall’assenza di pietà e di empatia, dalla volontà di sopraffazione. Solo il suo sguardo magnetico lascia forse socchiusa la porta a un raggio di luce, a un’interpretazione alternativa dell’opera lasciata ai lettori da un grande autore, andato via troppo presto. 

Thomas Melis

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