Attacco all’impero – Andrea Frediani



Andrea Frediani
Attacco all’impero
NewtonCompton
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Attacco all’impero. Invasion saga
169 d.C.  Mai nella sua storia l’impero romano oggi retto dalla efficace diarchia (il filosofo e il guerriero) di  Marco Aurelio e Lucio Vero ha dovuto affrontare tante minacce tutte contemporaneamente.
Già da quattro anni la peste sta  imperversando nei suoi territori e tutti i popoli barbarici lungo le frontiere stanno approfittando  delle difficoltà in cui si dibattono i romani per lanciare una serie interminabile di invasioni, che raggiungono perfino la penisola italica.
Riuniti in un vasto complotto che dovrebbe restare segreto, una banda che comprende membri delle più altre  sfere tra governatori, senatori e  i migliori generali sta pianificando l’assassinio di uno degli imperatori: una nuova guerra civile è alle porte? 
E proprio quattro anni prima (nota esplicativa che si impone per mettere a fuoco la storia e gli avvenimenti a essa  collegati)  mentre l’esercito romano, sotto il comando  di Lucio Vero era  impegnato nella difficile conquista dell’impero partico, a Oriente, tre cavalieri, Tito, Bendix e Magnus, che  si erano  trovati  coinvolti nel saccheggio del palazzo reale della capitale Seleucia.
Avevano salvato  tre sorelle armene, Taline, Lucine e Yeva, e con loro erano diventati gli scomodi testimoni della  cospirazione. Ma il  palazzo reale di  Seleucia celava nei suoi sotterranei anche  la morte. Una minacciosa e letale pestilenza  in grado di fermare e sconfiggere  qualunque armata, decimandone i soldati. Talmente letale  da falcidiarli rapidamente  e costringerli  a rinunciare alla campagna. Nel tentativo di ricongiungersi ai loro commilitoni in ritirata, i tre cavalieri e le tre sorelle erano stati catturati dai parti. Una prigionia la loro in cui, per riuscire a sopravvivere, hanno dovuto mettere alla prova sé stessi e i loro  reciproci vincoli, ma  finalmente dopo quattro anni e una lunga, penosa e avventurosa odissea, i sei erano riusciti a  recuperare la libertà,  con una rocambolesca fuga in un territorio accidentato e vastissimo ai confini dell’impero. 
I tre cavalieri  ausiliari germani, Tito, Magnus e Bendix, e le loro compagne armene, Taline, Lucine e Yeva,  quando infine raggiungeranno Cesarea Marittima in Syria, miracolosamente sfuggiti a crudeli razzie locali,   saranno  costretti anche ad assistere a ignobili e feroci persecuzioni di cristiani. Mercè l’astuzia e le abilità amatorie e di conquista di  Taline, che ha irretito  Pescennio Nigro, potente centurione molto ben ammanicato con i gradi superiori e al corrente delle segrete cose, i  sei amici riusciranno anche a impadronirsi di un rotolo di pergamena. Un prezioso documento che, oltre a confermare i nomi dei principali  artefici del complotto: Avidio Cassio, Claudio Frontone e Claudio Pompeiano – tre generali quattro anni prima mentre   ora il primo è governatore della Siria, il secondo della Mesia Superiore e il terzo della Pannonia inferiore -,  ci rivela anche le modalità del delitto previsto.  Ma la loro presenza non passa inosservata  tanto che riusciranno per miracolo, dopo una spettacolare e spericolata fuga tra i tetti,  a  bloccare i loro nemici e, dopo essersi fortunosamente impadroniti di carri e di cavalli, a lasciare la città. Da quel momento, braccati come selvaggina, andranno avanti, senza concedersi tregua cavalcando per giorni, settimane e mesi lungo una frontiera ormai  devastata dai barbari. In terre  minate dalla peste e dalla carestia, mischiandosi se necessario anche  tra colonne di profughi disperati per arrivare fino alla Dacia e poi traversare il Danubio per aggregarsi al primo vero avamposto imperiale e informare il governatore delle Tre Dacie,  Sesto Calpurnio Agricola.
Agricola che appare in buona fede, li accoglie tra le sue fila come ausiliari e  garantisce loro di inoltrare la loro storia e la notizie del complotto fatale agli imperatori,  ma intuiscono che è circondato da traditori, al soldo dei congiurati.
E  tuttavia, quando un improvviso e spietato attacco dei barbari mette fuori gioco Agricola, i sei amici  si renderanno che  ormai il comando è passato in mano ai cospiratori e ai loro sicari . Non resta loro che nascondersi e fuggire di nuovo, evitando le trappole degli inseguitori e le insidie del contagio, mettendo a rischio la loro  vita nel tentare  di persona di raggiungere gli accampamenti imperiali a Drobetae e  in seguito spingersi fino ad Aquileia. Una frenetica corsa contro il tempo e una forzata ma efficace temporanea  alleanza con Galeno, il celebre medico di corte nel disperato tentativo di prevenire il mortale attentato all’Impero. 
Come si è già detto sia all’inizio di questa recensione sia durante le  nota esplicative , in quel periodo l’impero fu  invaso e poi devastato da un’epidemia di vaiolo, così si ritiene , la cosiddetta peste antonina. La Peste antonina, conosciuta anche  come Peste di Galeno, celeberrimo  medico curante dei due imperatori in carica,  che ne parlò e ne scrisse con dovizia di particolari, fu una epidemia ad estesissima e rapida diffusione di vaiolo probabilmente propagata entro i confini dell’impero romano dalle legioni che tornavano nei loro alloggiamenti dopo aver partecipato ad una serie di operazioni militari contro i Parti. La tematica viene  portata avanti dall’autore immagino per offrire un riferimento e un vasto campo di paragone  all’attuale pandemia mondiale  di Covid-19.
Romanzo coinvolgente  d’avventura che, nonostante l’affollamento regala a  ognuno dei  sei protagonisti  una voce e carattere ben costruito e  un corretto approfondimento psicologico ma  a conti fatti,  forse le tre donne sono le più intriganti sia per la loro capacità di adattamento che il successivo sviluppo del carattere, mentre  i tre uomini conservano maggiormente   i loro profili iniziali  (forse un po’ troppo “tagliati con l’accetta”). Sempre puntale e calibrato lo stile, il dialogo funziona  e le scene d’azione sono sempre convincenti. Ma con Frediani come dubitarne.
Inizio e ambientazione  tuttavia richiedono grande curiosità e spirito di sacrificio da parte del lettore non già addentro alle segrete cose e ignaro del periodo di riferimento per riuscire a raccapezzarsi nella storia e nell’epoca. Forse avrebbe molto giovato una breve prefazione introduttiva da parte dell’autore. E magari maggiori riferimenti storici esplicativi. Qualche notiziola in più?
Insomma, questo Attacco all’impero  Invasion Saga alla fine lascia molte, anzi  troppe forse cose in sospeso, anche se  ormai  pare facile immaginare  che la trama  si svilupperà in diversi successivi capitoli.

Nel periodo che andò dal 21 dicembre al 21 marzo del 168-169 d.C., nella repentina e violenta manifestazione della peste, Galeno era con i soldati presenti ad Aquileia (l’attuale Aquileia in Friuli). Galeno  nell’opera scientifico-letteraria Methodus Medendi ed in altri testi, racconta che l’epidemia perdurò per un tempo considerevole, manifestandosi mediante forte aumento della temperatura del corpo, evacuazione frequente di feci liquide o semiliquide, flogosi della faringe e formazione di pustole  sull’epidermide, che comparivano intorno alla nona giornata del morbo. Quanto narrato da Galeno, tuttavia, non consente di comprendere bene  le caratteristiche della malattia contagiosa. L’autore statunitense di trattati storici, William Hardy McNeill (professore emerito dell’Università di Chicago), dichiara poi che in realtà  la peste antonina e la seguente peste di Cipriano (251- pressappoco 270 d.C.) furono due morbi differenti, uno di vaiolo,  l’altro  di morbillo.
Il mondo antico però  non si riebbe mai del tutto dal colpo inflitto dalla pandemia che dilagò  in ogni angolo dell’impero per circa 30 anni, causando seconda  una valutazione approssimativa fra i 5 ed i 30 milioni di morti . La malattia a uccise più o meno un terzo degli abitanti in  tutte le diverse regioni e falcidiò le truppe  dell’esercito romano.

Andrea Frediani, nato a Roma nel 1963. Divulga­tore storico tra i più noti d’Italia, ha collaborato con numerose riviste specializzate. Con la Newton Compton ha pubblicato diversi saggi e romanzi storici, tra i quali: Jerusalem; Un eroe per l’impero romano; la trilo­gia Dictator (L’ombra di Cesare, Il ne­mico di Cesare e Il trionfo di Cesare, quest’ultimo vincitore del Premio Selezione Bancarella 2011); Mara­thon; La dinastia; 300 guerrieri; 300. Nascita di un impero; I 300 di Roma; Missione impossibile; L’enigma del ge­suita. Ha firmato le serie Gli invincibili e Roma Caput Mundi; i thriller storici Il custode dei 99 manoscritti e La spia dei Borgia; Lo chiamavano Gladiatore, con Massimo Lugli; Il cospiratore, La guerra infinita, Il biblio­tecario di Auschwitz, I tre cavalieri di Roma e Attacco all’impero, primi volumi della Invasion Saga, e I Lupi di Roma. Le sue opere sono state tradotte in sette lingue.

Patrizia Debicke

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