Un caso del commissario Belletti
Paolo Scardanelli ci propone un nuovo romanzo con protagonista il commissario Belletti. Questi è un uomo che, fin da bambino, ha posto il dovere innanzi a tutto. E’ un uomo etico e grazie alla sua testardaggine e al suo istinto è diventato commissario capo a soli trent’anni. Tutti lo ammirano al commissariato Fatebenefratelli, alcuni, fra cui il procuratore capo, lo detestano in silenzio per la sua integrità morale.
Scardanelli ci pone di fronte un poliziotto che non ha nulla a che vedere con personaggi simili dell’editoria nostrana: Alvise Belletti è un uomo che, mentre indaga, si interroga sui massimi sistemi. Gli fanno compagnia i più grandi filosofi di tutti i tempi e guarda gli altri uomini come se fossero seduti nella caverna platonica a osservare le ombre anziché ricercare le cose vere. La ricerca della Verità, ecco l’ossessione di Belletti, che quando si trova davanti a un uomo ai suoi antipodi lo erge a uomo estetico, dedito solo a soddisfare la sua hybris.
A fare da sfondo a Belletti, c’è la Milano del 1982, nebbiosa e nevosa, che sta diventando la Milano da bere che abbiamo conosciuto. E’ una Milano fredda che ci rimanda a quella del Duca Lamberti di Scerbanenco o a quella arida de “Un amore” di Dino Buzzati.
Nella contrapposizione fra l’uomo etico e l’uomo estetico, distinzione del filosofo Kierkegaard, in questa città non c’è speranza per nessuno, nemmeno per il commissario Belletti che soffre per la malattia della moglie.
Accanto a sé ha solo l’ispettrice Chiara Regazzoni, che ne comprende al volo gli umori. E’ un personaggio esemplare Alvise Belletti, che ci porta a inoltrarci dentro i crimini e nella mente degli assassini. Ma anche lui ha un tallone d’Achille: quando la verità non ottiene giustizia, si arma della sua pistola per farsi giustizia da solo. Ai lettori scoprire se riuscirà a scavalcare il limite estremo del suo dovere.
Un libro denso di riflessioni filosofiche e anche teologiche, scritto in una prosa asciutta, tesa come deve essere quella di un giallo, ma anche colma di pensieri che si fanno sottolineare, per poi andarseli a rileggere come piccole perle dopo averne terminato la lettura. E spero di poter aver tra le mani altri libri sul commissario Belletti.