Brucia l’aria – Omar Di Monopoli



Omar Di Monopoli
Brucia l’aria
Feltrinelli
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“Il vino scorra a sangue nei crateri (il cavallo di troia è ciucco, come il mio ciuffo), noi gusteremo il giorno un giorno ancora. Brucia Troia, brucia Troia, Troia brucia, come io brucio per te” direbbe Vinicio, leggendo le parole del suo collega di scuderia.

Eh si, perché l’aria diviene facilmente irrespirabile slalomando avidamente tra le parole con le quali Omar Di Monopoli ci propone quel suo mondo narrativo al quale ci ha abituato da tempo in questo Brucia l’aria: la sua prosa secca e le sue immagini aspre rendono nudi quei topoi narrativi che, come in un proustiano effetto madeleine, ci portano altrove, attraverso le strade polverose di quella perfida terra di Dio.
E così la Luisona del Bar Sport si spoglia della sua felliniana e corpulenta poesia per divenire un malinconico anello di pasta fritta che giace solingo tra le briciole in una guantiera sguarnita, alla stregua di un taciturno e malinconico Clint innanzi alla macchina di Leone.
L’Autore, nel suo intessere trame e ritorni dal passato, pare compiacersi nel narrare un Salento finalmente spoglio dai suoi luccicanti brand di plastica acchiappa turisti, trasfigurandolo in un altroquando narrativo di rara veridicità; quella che mediaticamente è rappresentata come l’edonista California del sud Italia viene osservata dal lettore con occhi stupiti ed irritati dal bruciore portato dal fumo che sale dal litorale, che non è più la costa preda di donne palestrate in bikini striminziti, ma diviene sussultante coreografia del male che si nasconde, neanche poi tanto bene, tra le ombre gettate dal sole del meridione.
E questo avviene anche, e soprattutto, grazie alla capacità descrittiva di quei localistici soprannomi (Precamuerti, Pilurussu) che, in un semplice aggettivo, descrivono ogni character meglio di mille giri di parole.
L’illustrazione di copertina curata Andrea Serio occhieggia dallo scaffale con i suoi colori tenui, perfetto contraltare alla carica intensità lessicale di un Autore che Feltinelli ci propone con l’usuale cura editoriale.

Giuseppe Calogiuri

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