Il cacciatore di anime – Romano De Marco



Romano De Marco
Il cacciatore di anime
Piemme
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Non lasciatevi ingannare. ‘Il Cacciatore di Anime’ non è chi vi vogliono far credere. Non è Angelo Crespi, il protagonista di queste pagine adrenaliniche: uno dei massimi esperti in Italia di serial killer, soprannominato (sensazionalisticamente) così per la sua capacità di entrare nella mente dell’assassino e anticiparne le mosse. No, il ‘cacciatore di anime’ in realtà è Romano De Marco. È lui, modellando abilmente la narrazione, a restituirci in questo thriller un campionario credibile di anime perse e ritrovate. È lui a indagarne paure e angosce; a catturarne i dolori, gli amori, i sentimenti più profondi. È lui a stanare anche quella più inafferrabile: l’anima del “cacciatore” Angelo Crespi. Una vita di corse contro il tempo la sua, per salvare vite dalla furia di spietati assassini: un successo dopo l’altro che gli dà la forza per continuare questo viaggio nell’orrore. Fino al giorno in cui sprofonda in un dolore insopportabile. L’impulso di farla finita per sempre e poi la fuga: una nuova identità, lontano dal lavoro, dai pochi affetti rimasti. Una nuova vita. Finendo però anche lui per ingannarsi. Perché lasciarsi il passato alle spalle, dimenticare non sempre è possibile: per quanto si possa scappare, ti rincorre, ti perseguita, inseguendo anche le vie più impensabili. E non appena ti rintraccia, riemerge in tutto il suo dolore costringendoti ad affrontarlo.
No, fuggire non sempre è la soluzione. E neanche rinnegare ciò che si è. Non c’è un come, non c’è un perché. Non c’è un senso. È la vita. E la vita non è un puzzle dove ogni pezzo finisce per combaciare, per incastrarsi alla perfezione con gli altri. Talvolta siamo noi a dover mettere ordine, a dover trovare un senso a quanto ci accade intorno. Se non altro per sopravvivere a quel dolore che ormai da troppi anni impedisce di vivere davvero.
E così quel passato così ferocemente allontanato si ripresenta anche per Angelo Crespi, spingendolo a giocare, dopo così tanto tempo, una nuova partita contro la morte. Contro un killer che si muove in una (apparentemente) tranquilla cittadina di provincia, Peccioli, dove l’investigatore era fuggito anni prima. Un assassino che non casualmente collega i suoi delitti al patrimonio artistico della Valdera. L’indagine è ufficialmente affidata al capitano del reparto operativo dei Carabinieri Mauro Rambaldi. Sarà lui, una volta riconosciuto chi si cela realmente dietro a quell’innocuo pensionato, a chiedergli aiuto per ricomporre prima che sia troppo tardi quel contorto puzzle.
De Marco ne sparge i pezzi ovunque, nel passato, nel presente, tra la Toscana e la Lombardia, quasi disorientando il lettore. Ma il gioco di incastri che ne esce risulta efficacemente architettato. E il ritmo, che almeno nelle prime pagine potrebbe apparire piuttosto lento, finisce per acquistare progressivamente forza, inchiodando le ultime pagine a un epilogo spiazzante.Ogni anima è lo specchio dei dolori che la attraversano, dei sentimenti che ha vissuto, che vive. E ovunque va, se li porta dietro. Si può tentare di fuggire da ciò che si è stati, ma è impossibile rinnegare ciò che si è. Perché ciò che si è stati, ciò che si è, lo si continua ad essere sempre, ovunque ci si trovi. Nel bene e nel male. Non lasciatevi ingannare anche voi.

Pierfrancesco Favino legge Il cacciatore di anime il link qui

 

Giulio Oliani

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