C’è un cadavere al Bioparco – Walter Veltroni



Walter Veltroni
C’è un cadavere al Bioparco
Marsilio
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C’è un cadavere al Bioparco

Siamo al terzo appuntamento con il Commissario Giovanni Buonvino, il personaggio creato da Walter Veltroni, protagonista di una serie di gialli ambientati nella Roma dei nostri giorni. 
Questa volta ci troviamo al Bioparco di Roma, un micromondo inserito nello splendido contesto di Villa Borghese, un posto bucolico fuori da ogni struttura cittadina, in cui la cultura, la natura, la quiete contrastano la quotidiana frenesia della città. Tra gabbie, ricostruzioni di ambienti naturali e teche si muove una piccola comunità di dipendenti che mescola la propria giornata con quella abitudinaria degli ospiti dell’antico zoo. In questo posto, che lascia sempre più spesso nel visitatore, un velo di tristezza e malinconia viene ritrovato nella teca dell’anaconda un cadavere, con la testa recisa.
A risolvere il caso viene chiamato il commissario Buonvino, proprio lui, tormentato fin da bambino dalla fobia dei rettili, a causa di un pessimo scherzo di un suo compagno di classe, ha l’arduo compito di trovare l’assassino nel più breve tempo possibile. Lo scenario che si apre agli occhi del lettore è quello che Veltroni ci mostra in una mappa del bioparco riportata all’interno del libro. Zone suddivise a seconda della provenienza e della tipologia degli animali, gabbie più o meno grandi, vasche e il rettilario a completamento del quadro d’insieme.
Attraversando il cancello del Bioparco si entra in un mondo parallelo in cui i ritmi sono scanditi dai pasti degli speciali ospiti in cui “Ogni creatura, infatti, ha un suo carattere. Nessuno è uguale all’altro. Come nella vita degli umani, niente di più e niente di meno”.
Ecco allora che per il commissario il compito si fa arduo. Scoprire l’assassino in un contesto a lui poco convenzionale. Vincere le sue paure significa in questo caso indagare a fondo.
La storia, cosi, scorre velocemente tra le pagine del romanzo, e Veltroni ci restituisce un Buonvino sempre malinconico ma forse meno solitario forte, oltre che della compagnia dei suoi due gatti, anche della semi convivenza con l’agente Veronica Viganò con cui, come annunciato ai suoi colleghi, convolerà ben presto a nozze. Risolvere il caso ed organizzare il matrimonio: questa volta Buonvino ha bisogno di tutto l’aiuto possibile della sua squadra. Il commissario mette in campo la sua pazienza sia nell’investigare che nel gestire gli agenti a sua disposizione. Anche la sua squadra sembra in qualche modo incarnare tutte le sue fragilità interiori: dei suoi sette fedelissimi chi è miope, chi è troppo basso, chi narcolettico. Fragili ma affiatati e Buonvino lo sa e come un ottimo condottiero, insegue costantemente la verità, attraverso i dubbi che lo accompagnano nella sua quotidianità. Questa volta l’assassino non ha lasciato impronte, non è stato ripreso dalle telecamere, ha utilizzato le uniche chiavi disponibili per il rettilario. Caso complesso! ed è proprio su questa complessità che il commissario milanista sfodera tutta la sua bravura, scavando nella vita di ogni dipendente del bioparco, passando dal custode alla direttrice della comunicazione, preoccupata per il brutto ritorno di immagine all’esterno del parco stesso. Cosi il bioparco diventa il teatro non solo dell’omicidio ma anche di tutta l’indagine;  lo “zoo”  è il palcoscenico in cui tutti i personaggi si alternano entrando ed uscendo dalla scena. Ognuno di loro ha qualcosa da nascondere ma nessuno si mette a nudo; spetterà al commissario scovare la fragilità di ogni dipendente e ricostruire lentamente un quadro sempre più vicino alla realtà.
Veltroni muove le sue pedine con sapienza, entra in punta di piedi nella vita di ogni personaggio restituendo pagina dopo pagina un seme di verità fino al gran finale in stile Agatha Christie dove tutti i sospettati si trovano nella stessa stanza a sospettare ognuno dell’altro. Il romanzo è pieno di citazioni letterarie, musicali, calcistiche e soprattutto fornisce al lettore un quadro storico prezioso del bioparco, di Villa Borghese tesori incastonati nella città di Roma. A questo punto, per gli amanti di Buonvino non resta che aspettare il nuovo episodio annunciato dallo stesso scrittore e introdotto da un finale che lascia al lettore molti interrogativi.

Mauro Grossi

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