Minosse, primo re di Creta, passò alla storia (mitologicamente parlando) per aver fatto realizzare un labirinto in cui racchiudere suo figlio (Minotauro) che, date le sembianze mostruose incuteva terrore.
Il nostro Minosse, protagonista inconsapevole del nuovo romanzo della collaudata coppia Guccini – Macchiavelli, è un gatto “…nero come un fuochista di locomotiva a vapore… nero come l’inferno…” che di mostruoso ha certamente poco ma conserva un certo gusto per il mistero.
Siamo nel cuore dell’Appennino (tosco emiliano?) tanto caro al Maestro di Pavana, dove Maurizio e Marta stanno trascorrendo una giornata caratterizzata da una mangiata in una buona trattoria e un bel giro tra i tornanti e i colori della montagna. Insomma, un ottimo rimedio per lasciare alle spalle lo stress cittadino e per calarsi in una terra ricca e poco conosciuta. Proprio dietro una curva di quelle che caratterizzano il paesaggio, Marta scorge in una radura un’antica costruzione, con una torre medievale e un’immensa quercia a dominare il paesaggio: l’edificio è in vendita. Perché non lasciare la città e trasferirsi in quel posto meraviglioso?
Maurizio, scrittore di mezza età, in procinto di scrivere il suo nuovo romanzo, e Marta, amante del giardinaggio, decidono di ristrutturare l’edificio e andare ad abitare a Pietrapesa, la casa torre. La vita frenetica della città, fatta di appuntamenti, segnali cellulari, sirene e clacson diventa velocemente un lontano ricordo; tra giardinaggio e scrittura Marta e Maurizio si godono la nuova vita in compagnia di un gatto nero, Minosse, che sembra da sempre abitare Pietrapesa.
In un’atmosfera sempre più bucolica i “nuovi cittadini” iniziano a confrontarsi con il piccolo paese e con i suoi personaggi tipici. Ma dopo qualche tempo i coniugi iniziano a passare alcune notti in bianco a causa di “strani” e poco ospitali rumori. Spinto dalla curiosità, Maurizio, inizia una personale indagine sulle vera storia della casa di Pietrapesa.
E cosi sul palcoscenico si alternano una girandola di personaggi: oltre alla governante Isolina, ecco gli avventori del bar, il barista, il parroco e l’immancabile Professore. Ognuno non sa nulla… ognuno ha la sua verità. La casa di Pietrapesa è il centro di racconti, di leggende, di mezze verità. E Minosse? Ascolta perché magari lui la verità la conosce.
Guccini e Macchiavelli ci regalano una storia perfetta per una lettura autunnale, magari davanti al camino, magari con un bambino curioso di scoprire la fine di questo nuovo mistero, di arrivare all’ultima pagina curioso di sapere come va a finire e se va a finire.
Attraverso una scrittura asciutta Che cosa sa Minosse scorre via in un fiato; le 100 pagine corrono veloci, i personaggi hanno volutamente poca profondità, poco spessore, dei protagonisti sappiamo il giusto, i dialoghi sono rapidi e lasciano la scena alle cose che accadono.
Allo stesso tempo, in pieno stile Guccini, non manca l’interesse per le ricostruzioni storiche ed etimologiche dei luoghi e delle parole, le citazioni letterarie e i riferimenti alle ricette tipiche che contraddistinguono quei meravigliosi posti dell’appennino.