Chernobyl. La tragedia del XX secolo



Pavel Nică
Chernobyl. La tragedia del XX secolo
stampa alternativa
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In coincidenza con la ricorrenza dei 25 anni dalla terribile tragedia nucleare di Chernobyl, il 26 marzo è uscito, per i tipi di Stampa Alternativa, “Chernobyl. La tragedia del XX secolo” di Pavel Nică. Un libro importante e che assume un significato ancora maggiore dopo la sciagura nucleare accaduta in Giappone a Fukushima.

È fondamentale leggere quest’opera, perché si tratta della testimonianza diretta di quanto vide con i propri occhi, l’autore stesso, nei mesi immediatamente successivi allo scoppio della centrale di Chernobyl.

La storia di Nică è davvero molto interessante. Perseguitato dal KGB ed accusato di nazionalismo romeno, venne incarcerato e privato della possibilità di svolgere ogni tipo di attività lavorativa. Nel 1987 Nică venne inviato a Chernobyl per conto del settimanale “Literatura si Arta”. Gli articoli da lui scritti sulla tragedia vennero completamente censurati – e quindi non pubblicati – perché ritenuti invisi al regime sovietico della Guerra Fredda: il muro di Berlino era ancora saldamente in piedi, all’epoca

Oggi quegli articoli possiamo finalmente leggerli in questo libro che, non a caso è edito da Stampa Alternativa, storica casa editrice romana che ha da poco tagliato il traguardo del quarantennale, e che è sempre stata in prima linea nel pubblicare testi ritenuti, a torto o a ragione, “scomodi” e di denuncia.

Per concludere, il libro si avvale dell’autorevole prefazione di Riccardo Iacona, uno dei nomi più in vista del giornalismo investigativo italiano, prefazione dalla quale riporto un piccolo stralcio, che fa capire quanto sia di strettissima attualità “Chernobyl. La tragedia del XX secolo”:

“26 anni di silenzio, di censura, di bugie. Silenzio e censura sulle conseguenze della catastrofe, bugie sulle cause dell’incidente. E se c’è un filo conduttore solido che attraversa tutte le pagine di Nica è proprio quello della poca trasparenza, della cancellazione della verità e della gestione autoritaria che accompagna, sin dalle prime ore, i fatti di Cernobyl.”

Chiara Perseghin

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