Nella Roma papalina di inizio Cinquecento guidata da Leone X accadono strani fatti. A distanza di breve tempo due spie del Papa muoiono in circostanza misteriose. Sui loro corpi non ci sono evidenti segni che facciano pensare a una morte violenta, eppure tra le alte sfere i sospetti sono molti. Il famoso medico Paracelso viene così convocato in gran segreto per studiare i cadaveri e offrire la sua dotta opinione. Alcuni testimoni poi riferiscono che presso i luoghi del delitto è stata vista una giovane donna in fuga. Coincidenza vuole che anche Raffaello Sanzio, il noto pittore, abbia scorto in quegli stessi giorni una giovane e bellissima donna fuggire spaventata e ne sia rimasto incantato, tanto da volerla ritrovare ad ogni costo.
Leone X e i suoi consiglieri decidono di affidare le indagini proprio a Raffaello con l’aiuto di Michelangelo, il famoso scultore, che già in passato aveva dimostrato acume investigativo risolvendo il mistero dei delitti dell’anatomista. A fianco a loro Paracelso che offrirà il meglio delle tecnologie e delle conoscenze mediche dell’epoca. Tra inseguimenti, complotti e streghe presunte i tre dovranno trovare chi si cela dietro alle morti delle spie del Papa e scoprire l’insospettabile arma del delitto.
L’autore ci catapulta nella Roma del 1517 non così diversa, verrebbe da dire, da quella dei nostri giorni. La vicenda si snoda tra aperitivi nelle ville sul Tevere, complotti e alleanze, traffici non sempre legali raccontandoci brandelli di vita quotidiana del passato. Una città sporca, come spesso lo erano le metropoli antiche, infestata da malattie e divisa in quartieri frequentabili popolati da ricchi, potenti e dalle loro cortigiane ed altri quartieri invece malfamati regno di prostitute, ladri e malfattori. I due mondi sono nettamente separati, diversi tra loro eppure così eguali. Rappresentano le due facce di una stessa medaglia che vede la cupidigia di pochi vivere sulle miserie dei tanti.
I tre investigatori sono la vetta del sapere e della cultura dell’epoca e conoscono la città nella sua interezza, dalle stanze del potere dove vivono i loro committenti, sino ai bassifondi da dove talvolta attingono spunto per i loro lavori.
Sullo sfondo la politica del tempo, il potere dei Medici tra Roma e Firenze, la rivolta luterana, i processi per stregoneria e l’inquisizione.
E poi c’è il vino che risente anch’esso delle differenze sociali, è una sorta di specchio dei costumi e del ceto che lo beve. C’è il vino delle campagne romane, magari tagliato malamente con acqua o altro per risparmiare e adatto a palati non raffinati che vogliono solo sbronzarsi dopo una giornata di duro lavoro. E c’è il vino esotico, adatto ai nobili e ai ricchi, servito in calici d’oro o di cristallo. E come spesso accade, anche in questa storia, si potrebbe concludere in vino veritas…