Colpi di coda



bruno morchio
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“Quattro morti, quattro ragazzi di vent’anni, sangue, c’è sangue dappertutto” è il primo impatto di Bacci Pagano con la strage di quattro extracomunitari sorpresi nel sonno e crivellati da diecine di proiettili di kalashnikov nell’ appartamento al quarto piano nel Canneto il Curto di Bashir, un giovane egiziano regolare.

Ma Bashir è sparito, i morti non hanno documenti e l’unica cosa che la polizia sa di loro è che sono arabi… All’indagine ufficiale del commissario Pertusiello, si affianca quella privata di un Bacci Pagano un po’ fuori fase, ingrassato e ancora provato psicologicamente dalle vicende personali che hanno intriso la sua ultima indagine.

Chi gli chiede aiuto, e si trincera dietro una ambigua legalità della Lega araba, ha troppa fretta di salvaguardare i propri confratelli o la propria immagine?

Bacci deve partire alla ricerca di O’Flaherty, giornalista irlandese freelance, un duro ma puro che non vorrebbe mai accettare la realtà. Ma l’indagine si tramuta in un vortice, una spirale inarrestabile che minaccia quanto ha di più caro e dalla quale si potrà uscire solo morti o vincitori.

Con la sua città, Genova, coinvolta, costretta a fare da cornice, da testimone a una spy story internazionale che vede in primo piano il traffico d’armi e, ad ogni angolo, le torbide trame dei servizi segreti mondiali.

Ma il nostro amico Bacci, trasformato suo malgrado in Don Chisciotte e accusato di voler combattere i mulini a vento, dovrà farsi giudice e giustiziere del male, quel male che si è insinuato profondamente e, avvalendosi di complicati ricatti, sembra potersi porre al di sopra del futuro e condizionarlo.

Storia ben cucinata, è il caso di dirlo, per un romanzo soffuso di profumi di piatti prelibati e aromi raffinati di vini e liquori rari. Un po’ lunga forse, ma come privarci di certi particolari, rinunciare a certe descrizioni filtrate da una persistente pioggia autunnale che per una volta non fa di Genova ‘solo un lampo giallo al parabrise.’

patrizia debicke

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