Cristiana Astori ci racconta il suo ebook: Il buono il bruto e la bionda

Forse non tutti sanno che cos’è uno slasher, ma di sicuro ne hanno visto uno. Si tratta di quei film in cui un maniaco ammazza senza pietà un gruppo di adolescenti. Fondamentale è che i malcapitati vengano fatti fuori con coltelli, rasoi, seghe o affini (slash significa infatti taglio, sfregio) e in modo sanguinoso e violento. La vicenda è scandita dal body count, ovvero dal continuo susseguirsi degli omicidi, fin quasi all’estinzione dei personaggi. Questi ultimi, inoltre, devono scoprire il sesso e venir puniti per questo e soprattutto non devono brillare per intelligenza, anzi, la loro idiozia giustifica la facilità con cui finiscono nei guai.
Lo slasher si nutre di questi luoghi comuni, anzi, ne fa la sua forza, catapultandoci in un mondo di procaci cheerleader che flirtano con aitanti giocatori di baseball, adolescenti complessati e incompresi, sceriffi intempestivi, genitori assenti e villain sadici e creativi.
Un quadro simile ci rimanda subito ai celebri Venerdì 13, Halloween, Nightmare, Non aprite quella porta e al famoso Scream di Wes Craven, oltre che alle numerose variazioni sul genere (Urban legend, So che cos’hai fatto, Final destination) e parodie (Scary movie). In realtà non tutti sanno che i capostipiti del genere sono italiani; si pensi infatti a pellicole come Reazione a catena di Mario Bava (1971) e I corpi presentano tracce di violenza carnale di Sergio Martino (1973), misconosciute in patria e apprezzate all’estero, le cui atmosfere e tematiche sono state fortemente sfruttate dal cinema horror americano.
In questa cornice rientra il mio racconto. Il buono, il bruto e la bionda vuol essere il primo esperimento di slasher letterario, ovvero il tentativo di ricreare il mood e le suggestioni di quei film che ci hanno spaventato da adolescenti, ma anche quello di riappropriarci di un genere ora diventato americano.
Non vi aspettate però una storia seria.
Umberto Eco sostiene che a una donna non si può dire “Ti amo disperatamente”, perché queste frasi le ha già scritte Liala e con lei un’intera tradizione letteraria. L’unica via d’uscita è dunque dichiarare con ironia “Come direbbe Liala, ti amo disperatamente” o, nel mio caso, “Come direbbe Wes Craven, vi farò tremare orribilmente”.
Buona lettura!

L’ebook (in uscita giovedì in tutti gli store) è già disponibile su Amazon.

Cristiana Astori

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