Quarantanove racconti glamour-gay-noir. Storie fulminanti della lunghezza massima di una pagina. Spaccati di vita, tragici, efferati, pungenti. Una lingua ricercata ed un evidente richiamo ad Oscar Wilde. Ecco l’ultimo libro di Antonio Veneziani, poeta e saggista. Giancarlo de Cataldo nell’introduzione del libro descrive così l’opera: “Nei quarantanove brevi racconti che compongono la raccolta, scanditi dallo scorrere e dall’alternarsi di sette settimane, si narrano, con leggerezza struggente, omicidi efferati o teneri, forse compiuti e forse, anzi, sicuramente, solo immaginati. Scorrono figure di marchettari angelici e di vendicatori estenuati, e bellezza e turpitudine s’incrociano, quasi come in un quadrato magico, con effetti, talora, di viva poesia, talaltra di violento realismo.
Il reporter di strada dei Mignotti, l’intellettuale ebreo che riscopre le sue radici in Shalom e il desperate addict di Brown Sugar si ricongiungono, riconciliandosi, nella figura di uno scrittore vero. Uno scrittore dalla voce così autenticamente anarchica da potersi persino concedere, dopo una vita urlata contro ogni Dio e ogni padrone, il lusso di un’irrequieta serenità”.