Cruel



Salvo Sottile
Cruel
Mondadori
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Una (bella) canzone festivaliera del trio Morandi-Ruggeri-Tozzi era intitolata“Si può dare di più”.
E, ad onor del vero, io – come penso molti altri lettori del nuovo thriller di Salvo Sottile – mi sarei aspettato qualcosa di più dall’opera del famoso giornalista e scrittore, specializzato in fatti di cronaca nera e conduttore di programmi televisivi di successo.
Tutto parte dal ritrovamento del cadavere di una giovane brutalmente uccisa, il cui corpo è stato interamente svuotato del sangue. Un delitto che appare subito connotato da caratteristiche particolari, che parrebbero far pensare che ad agire sia stato un omicida seriale.
Le indagini si muoveranno su due fronti. Da un lato, lo scrupoloso commissario Vincenzo Sciuto e, dall’altro, un giornalista, Mauro Colesani, che lavora come free lance presso Cruel, settimanale che si occupa di cronaca nera ed approfondimenti criminologici, sotto la direzione dell’eminente psicologo Tazio Costa.
E proprio Cruel, la sua redazione ed i suoi collaboratori, saranno al centro dell’intera vicenda, trovandosene coinvolti a più livelli, avviluppati dal male e provati sul piano psicologico e non solo.
Il romanzo è agile e scorre bene, questo va detto subito. Mette presto in discussione la “verità” che i protagonisti credono di conoscere e li coinvolge fino all’estremo nel corso della vicenda.
Personalmente, però, mi sarei aspettato qualcosa di più da un profondo conoscitore della materia quale è Sottile. Maggiore suspense, dettagli più “tecnici” ed una maggiore articolazione della vicenda, che pare a volte presentare qualche ingenuità narrativa. In sintesi, sembra un po’ mancare il fattore “Cruel”, la crudeltà che invece dovrebbe permeare l’intera vicenda ed i personaggi che la animano, proprio come afferma uno di essi.
Ben costruiti i personaggi. Delineati a tutto tondo, accompagnano il lettore, rendendolo partecipe dei loro pensieri ed emozioni ma anche delle più profonde paure ed angosce che provano.
A tratti, strappano un sorriso le schermaglie tra il commissario ed il giornalista, legati da un rapporto di amicizia – un odi et amo catulliano, si potrebbe dire – che ricorda molto quello tra il giornalista Radeschi (anche quest’ultimo sempre alla ricerca della notizia e della verità sulla sua vecchia Vespa gialla, il mitico Giallone) ed il vicequestore Loris Sebastiani, protagonisti di molti dei romanzi di Paolo Roversi.
Immagino che Cruel avrà un seguito, che noi attendiamo con ansia per poter apprezzare a pieno tutte le doti dell’autore.

Gian Luca Antonio Lamborizio

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