Delitti senza castigo – Loriano Macchiavelli



Loriano Macchiavelli
Delitti senza castigo
Einaudi
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Delitti senza castigo. Un indagine inedita di Sarti Antonio
Come gustoso antipasto del suo nuovo libro, Macchiavelli ha scritto: personaggi e comparse in ordine di apparizione sulla scena dei troppi misfatti. Naturalmente ha cominciato con il suo immancabile protagonista: Sarti Antonio, sergente, questurino in quel di Bologna, seguito da  Rosas, il talpone che ne sa più di Sarti Antonio (e ci vuole poco) e poi, uno dopo l’altro, spesso accompagnati da salaci commenti, ha elencato ben 33 nomi, se non sbaglio, se accreditiamo solo un’unità alla dicitura partigiani. Poi ha chiesto maliziosamente: son troppi? E, augurandoci buon viaggio, ha rimandando la nostra risposta a dopo lettura. L’ho letto e no! Non sono troppi. Ci vogliono tutti. Ah, a proposito del libro, Macchiavelli ha dedicato ai lettori anche un secondo antipasto. Ha spiegato infatti nelle prime pagine che, dopo aver scritto a Mantombraro nel 1998 praticamente tutta una storia ambientata nel 92/92,  insomma nell’epoca detta dello stragismo ma anche delle manganellate ai dimostranti in piazza, l’ha lasciata ferma al nastro di partenza per ben vent’anni. Poi nel 2018, riprendendola in mano, l’ha completata, concedendosi, a suo piacere, accenni e riflessioni anche ad avvenimenti successivi… Un romanzo scritto apposta per rivelare un laido segreto che affonda le sue radici nella vergogna della Storia. E un inedito episodio del ciclo di Sarti Antonio. Bologna, anni Novanta. Sempre con lui, sissignori, sergente, questurino come protagonista e sempre a bordo della irrinunciabile auto 28, guidata da Felice Cantoni con la perizia di Stirling Moss.                                                                                                                                  Brutti tempi per il questurino Sarti Antonio e il costante imperversare della sua colite spastica: rapine, aggressioni, altre rapine, insomma tutta una serie di crimini che uno dopo l’altro si susseguono freneticamente, tanto che il nostro eroe riconosce a fatica la sua città. Quando poi Settepaltò, un innocuo barbone che non fa del male a nessuno, anzi va d’accordo con tutti, persino con i poliziotti – e così chiamato perché sia d’estate che d’inverno porta sempre un mucchio di cappotti infilati uno sull’altro – viene massacrato di botte in vicolo del Falcone, sono tutti straniti. Ma perché mai, picchiare a sangue un poveraccio che vive di stenti e non ha mai dato noia a nessuno? Forse sciupava l’armonia dei portici, o forse invece ha fatto o visto qualcosa che non doveva? Insomma, tira proprio una brutta aria a Bologna, perché poi c’è altra gente che muore, senza un motivo pare, e comunque non sarà che tutto questo delinquere possa avere qualche legame con quelle botte appioppate al povero Settepaltò che è finito all’ospedale e ha rischiato persino la pelle? Sarti Antonio fa orecchie da mercante alle direttive dei superiori e decide di non chiudere il caso. Le sue  indagini lo spingono prima, a far domande a villa Rosantico, un villa da straricchi poco malleabili – e guarda un po’ ,proprio là, il giorno prima di essere picchiato Settepaltò su ordine della padrona aveva dato una mano a svuotare la soffitta. Una villa dove la bella e giovane padrona Elena, maritata con un magnate dell’acqua minerale, regala al nostro questurino languidi sguardi e misteriosi sorrisi tentatori. Dall’alto s’impone a Sarti di lasciar perdere, di non scocciare, ma lui si prende apposta le ferie per spingersi lontano da Bologna, fino alla Calabria. In una sua prima e personale indagine «fuori casa». Testardo come pochi, il questurino Sarti Antonio che ha deciso di non archiviare il caso, arriverà a scoprire un qualcosa legato a tempi lontani che non si doveva sapere, un atroce delitto e una inimmaginabile verità. La fortuna di Bologna è che di solito nessuno si prende il fastidio di scavare nel passato, nel presente o di immaginare un futuro. Nessuno, o quasi, ha voglia di andare a rimestare nei rifiuti. Sarti Antonio, sergente, invece sì, perché primo è il suo mestiere, e poi perché, magari controvoglia, si sente obbligato a farlo.
Loriano Macchiavelli, bolognese, è uno dei fondatori del grande noir italiano. Ha pubblicato una trentina di romanzi e ispirato alcune fiction televisive. Einaudi Stile libero ha  riproposto con successo tutta la serie di romanzi con protagonista Sarti Antonio.

Patrizia Debicke

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