Divorare il cielo



Paolo Giordano
Divorare il cielo
Einaudi
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Un gruppo di ragazzi, ambientalisti, sognatori e ribelli, si raduna a vivere in una masseria a Speziale, paesino di quattrocento anime immerso nella profonda campagna pugliese. Lì, a stretto contatto con la natura, si tiene a debita distanza dal progresso, impara a coltivare senza utilizzare prodotti chimici e, nel frattempo, matura propositi rivoluzionari. Crescendo insieme si acuiranno le differenze e qualcuno di loro prenderà strade più regolari. Quanto meno ci proverà. Ma alla fine, la masseria resterà il loro centro gravitazionale, affascinante e usurante allo stesso tempo. E’ “Divorare il cielo”, il bellissimo, quarto romanzo, di Paolo Giordano, da pochi giorni uscito per Einaudi (con una copertina splendida). Quattrocento pagine dense e scritte magistralmente dall’autore della “Solitudine dei numeri primi”. Al centro della storia ci sono Bern e Teresa, i due ragazzi più carismatici, in grado di segnare i destini degli altri, soprattutto dei due fratelli di lui. E’ una storia d’amore e di speranze, che a me ha ricordato “Due di due” di Andrea De Carlo, per le atmosfere, per la voglia di sbranare il mondo, per la forza contestatrice che sta dietro i protagonisti, per la capacità di far sognare noi lettori. Un romanzo drammatico e potente, che ti fa nascere, o rinascere, la voglia di provare a cambiare le cose che non digerisci di questo mondo. Dopo due romanzi per me poco riusciti (mentre l’esordio era stato una bomba), Giordano ha ritrovato la sua strada maestra e c’è da augurarsi che non la abbandoni. L’Italia che sogna di divorare il cielo ha finalmente il suo portavoce. Se fosse una canzone, suonerebbe come “Le ragazze di Osaka” di Eugenio Finardi. Voto: 8/9.

Alessandro Garavaldi

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