Donnie Brasco
In Italia, dopo molti forse troppi anni è finalmente stato pubblicato Donnie Brasco (Mondadori), cronaca dellinfiltrazione dellagente dellFBI Joe Pistone (che si finse un ricettatore di nome Donnie Brasco) nella mafia italiana newyorkese di fine anni 70 e della nascita di una strana quanto effimera amicizia con il gangster Ben Lefty Ruggiero.
Se ci pare doveroso consigliarne la lettura, allo stesso tempo ci sembra giusto riesumare dagli scaffali polverosi dei vostri salotti pure la sua riduzione cinematografica.
Donnie Brasco, il film, è infatti una delle più belle opere cinematografiche hollywoodiane sul mondo del crimine organizzato, al pari di pietre miliari come Quei bravi ragazzi o la celeberrima saga de Il padrino.
Il film di Mike Newell (neozelandese trapiantato in Gran Bretagna e alla sua prima prova nellindustria cinematografica statunitense) offre uno sguardo dallinterno del mondo del crimine e ne affronta gli aspetti più peculiari senza perdere di vista quello che è il topos fondamentale del genere: il ritmo della narrazione.
Riducendo lenorme materiale del libro a pochi personaggi ben definiti il film, sceneggiato dal bravo Paul Attanasio, rende la vicenda forse più lineare ma, in questo modo, maggiormente scavata nello studio dei protagonisti della vicenda. Mike Newell con questo film approfondisce di fatto unanalisi dualista. Donnie si infiltra sempre più in profondità nei meccanismi di Cosa Nostra e questo lede i suoi rapporti familiari, la sua vita privata, rosicchiando via la sua esistenza normalizzata. Allo stesso tempo la crescente fiducia accordatagli da Lefty evolve in un vero e proprio coinvolgimento emotivo da parte di Pistone e sfocia in unintensa quanto imprevista amicizia. Ruggiero è un gangster in declino, manovale del crimine sgualcito e affossato dal peso intimo e personale di non aver mai fatto una e vera e propria carriera. Donnie è una sua scoperta, lha presentato lui alla Famiglia. Potrebbe trasformarsi nel suo ultimo trampolino di lancio.
Interpretato da un Al Pacino straordinariamente smunto, Lefty è un uomo semplice, paradossalmente troppo onesto per far carriera in Cosa Nostra. Pistone ne approfitta, almeno inizialmente, per guadagnarsi la fiducia necessaria a essere inserito ma poi, con il passare del tempo, il rapporto cementifica e Pistone, conscio del fatto che la loro amicizia non può durare, cerca di convincerlo a mollare tutto e andarsene a bordo della barca che ha sempre sognato.
«Lhai detto tu, Lef, che questi non hanno mai apprezzato quello che fai per la Famiglia»
Magistralmente interpretato (Depp e Pacino in gran forma, ma anche Madsen fa la sua figura) Donnie Brasco coinvolge locchio di chi guarda, seduto sul comodo divano di casa propria, fino a farlo immedesimare completamente.
Immedesimazione inevitabile, certo. Con il destino di un uomo (Pistone), infiltratosi fin nel cuore dei cattivi per senso del dovere e una punta di sana pazzia e incapace, a un certo punto, di fregare un uomo come Lefty, amico/padre a cui non potresti, né vorresti, mai fare del male. Ma il tradimento è un epilogo obbligato. Pistone è certamente al corrente del fatto che lamicizia con Lefty è a tempo determinato e che la sua fine avrà conseguenze per entrambi. Di fatto, per Newell, i due uomini sono semplici pedine di opposti sistemi che li sovrastano e li manovrano.
Cè una scena, in Donnie Brasco, un momento in cui Lefty nutre dei dubbi nei confronti della buonafede di Donnie e lo incalza per capire se ha ragione o si sbaglia. Ciò che maggiormente colpisce di questa sequenza è il comportamento di Lefty: occhio stanco, espressione disillusa. Se Lefty fosse un criminale qualsiasi e scoprisse che Donnie è un infame, con molta probabilità lo eliminerebbe. Ma Lefty non è un criminale qualunque e non è solo un criminale, non nei confronti di Donnie.
«Se tu sei un infame, allora »
Se è un infame, niente ha senso. E Lefty si punta la pistola alla tempia.
È su una sequenza come questa che la narrazione limpida e puntuale della vicenda naufraga verso un piano più alto, dove il confine tra giusto e sbagliato perde consistenza, dove il lato umano prevarica le motivazioni etiche e morali di una scelta tanto impegnativa come linfiltrazione.
È in casi come questi che tutto smette di avere un senso logico, pragmatico, analitico.
E listinto ha la meglio. Esattamente come avviene in tutti quei casi della vita in cui una scelta o un gesto non può prescindere da un nostro personale e intimo coinvolgimento.
Definitivamente un film da vedere.
Per capire. Forse.
Per pensare. Indubbiamente.
Se ci pare doveroso consigliarne la lettura, allo stesso tempo ci sembra giusto riesumare dagli scaffali polverosi dei vostri salotti pure la sua riduzione cinematografica.
Donnie Brasco, il film, è infatti una delle più belle opere cinematografiche hollywoodiane sul mondo del crimine organizzato, al pari di pietre miliari come Quei bravi ragazzi o la celeberrima saga de Il padrino.
Il film di Mike Newell (neozelandese trapiantato in Gran Bretagna e alla sua prima prova nellindustria cinematografica statunitense) offre uno sguardo dallinterno del mondo del crimine e ne affronta gli aspetti più peculiari senza perdere di vista quello che è il topos fondamentale del genere: il ritmo della narrazione.
Riducendo lenorme materiale del libro a pochi personaggi ben definiti il film, sceneggiato dal bravo Paul Attanasio, rende la vicenda forse più lineare ma, in questo modo, maggiormente scavata nello studio dei protagonisti della vicenda. Mike Newell con questo film approfondisce di fatto unanalisi dualista. Donnie si infiltra sempre più in profondità nei meccanismi di Cosa Nostra e questo lede i suoi rapporti familiari, la sua vita privata, rosicchiando via la sua esistenza normalizzata. Allo stesso tempo la crescente fiducia accordatagli da Lefty evolve in un vero e proprio coinvolgimento emotivo da parte di Pistone e sfocia in unintensa quanto imprevista amicizia. Ruggiero è un gangster in declino, manovale del crimine sgualcito e affossato dal peso intimo e personale di non aver mai fatto una e vera e propria carriera. Donnie è una sua scoperta, lha presentato lui alla Famiglia. Potrebbe trasformarsi nel suo ultimo trampolino di lancio.
Interpretato da un Al Pacino straordinariamente smunto, Lefty è un uomo semplice, paradossalmente troppo onesto per far carriera in Cosa Nostra. Pistone ne approfitta, almeno inizialmente, per guadagnarsi la fiducia necessaria a essere inserito ma poi, con il passare del tempo, il rapporto cementifica e Pistone, conscio del fatto che la loro amicizia non può durare, cerca di convincerlo a mollare tutto e andarsene a bordo della barca che ha sempre sognato.
«Lhai detto tu, Lef, che questi non hanno mai apprezzato quello che fai per la Famiglia»
Magistralmente interpretato (Depp e Pacino in gran forma, ma anche Madsen fa la sua figura) Donnie Brasco coinvolge locchio di chi guarda, seduto sul comodo divano di casa propria, fino a farlo immedesimare completamente.
Immedesimazione inevitabile, certo. Con il destino di un uomo (Pistone), infiltratosi fin nel cuore dei cattivi per senso del dovere e una punta di sana pazzia e incapace, a un certo punto, di fregare un uomo come Lefty, amico/padre a cui non potresti, né vorresti, mai fare del male. Ma il tradimento è un epilogo obbligato. Pistone è certamente al corrente del fatto che lamicizia con Lefty è a tempo determinato e che la sua fine avrà conseguenze per entrambi. Di fatto, per Newell, i due uomini sono semplici pedine di opposti sistemi che li sovrastano e li manovrano.
Cè una scena, in Donnie Brasco, un momento in cui Lefty nutre dei dubbi nei confronti della buonafede di Donnie e lo incalza per capire se ha ragione o si sbaglia. Ciò che maggiormente colpisce di questa sequenza è il comportamento di Lefty: occhio stanco, espressione disillusa. Se Lefty fosse un criminale qualsiasi e scoprisse che Donnie è un infame, con molta probabilità lo eliminerebbe. Ma Lefty non è un criminale qualunque e non è solo un criminale, non nei confronti di Donnie.
«Se tu sei un infame, allora »
Se è un infame, niente ha senso. E Lefty si punta la pistola alla tempia.
È su una sequenza come questa che la narrazione limpida e puntuale della vicenda naufraga verso un piano più alto, dove il confine tra giusto e sbagliato perde consistenza, dove il lato umano prevarica le motivazioni etiche e morali di una scelta tanto impegnativa come linfiltrazione.
È in casi come questi che tutto smette di avere un senso logico, pragmatico, analitico.
E listinto ha la meglio. Esattamente come avviene in tutti quei casi della vita in cui una scelta o un gesto non può prescindere da un nostro personale e intimo coinvolgimento.
Definitivamente un film da vedere.
Per capire. Forse.
Per pensare. Indubbiamente.