Il fabbricante di specchi



Philipp Vandenberg
Il fabbricante di specchi
Piemme
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Michel Melzer è il figlio di un fabbricante di specchi molto conosciuto nella Mangoza del ’400. Crescendo Michel diventa a sua volta molto abile e i suoi specchi convessi e concavi lo rendono famoso come mago perché ritenuti profetici.
Più il tempo passa e più Michel diventa ricco e famoso, tanto da attirare le invidie e le gelosie degli altri, specialmente del suo socio Gensfleisch.
Una notte il suo laboratorio viene dato alle fiamme,e essendo ciò capitato in concomitanza alla litigata avuta con Gensfleisch, Michel è sicuro che sia lui il colpevole, ma non può dimostrarlo.
Decide così di andare a Costantinopoli con la figlia che deve incontrare il suo futuro sposo. Arrivati scoprono però che il futuro sposo è già maritato, ma essendo un musulmano e praticando la poligamia, vorrebbe sposare lo stesso Editha, la figlia di Michel. Michel però è contrario e fa saltare il matrimonio. Si ritrova quindi nuovamente in un periodo nero fino a quando non incontra Lien Tao, un tipografo cinese che ha bisogno del suo aiuto per far funzionare il suo laboratorio tipografico.
Inizia così un nuovo periodo d’oro per Michel, ma per quanto durerà questa volta? Perché la vita ha sempre qualcosa in serbo per noi.
Il fabbricante di specchi è un romanzo storico davvero innovativo scritto con uno stile semplice e lineare, per niente dispersivo, che tiene legato il lettore dalla prima all’ultima pagina, facendogli vivere una vera avventura in giro per il mondo, coinvolgendolo in intrighi politici, spietati assassinii, passioni ed emozioni forti.
I luoghi e i personaggi vengono descritti molto minuziosamente, ma mai in modo pesante o noioso e il lettore ha sempre la sensazione di essere in mezzo a loro in ogni luogo, sia esso su una nave durante un bombardamento o per le vie caotiche di Costantinopoli.
Un romanzo davvero spettacolare, anche se non una novità in libreria, che sa trasmettere grandi emozioni direttamente al cuore e che una volta finito lascia un senso di solitudine come dopo aver salutato un vecchio amico venuto in visita.

Micol Borzatta

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