Faccia a faccia con Marco Zanoni

 

51uvorfyzll-_sx328_bo1204203200_Marco Zanoni, classe 1982, vive a Custoza con la moglie Elena e i tre figli.
Serissimo private banker nella vita di tutti i giorni, trova, misteriosamente, anche il tempo di coltivare, altrettanto seriamente, alcune sue passioni, quella per la scrittura in primo luogo, di cui ovviamente parleremo in questa intervista, ma anche quella per i distillati, e la grappa in particolare, di cui scrive con molta cognizione di causa, pur senza avere finora sviluppato particolari dipendenze, sul  suo blog www.passionegrappa.it.
Per l’editrice La Caravella è uscito nelle scorse settimane il suo ultimo romanzo Guardati alle spalle, con il commissario italo-americano Eric De Palma ancora una volta brillante protagonista.

Marco, ma… che invidia, quanto dura la tua giornata?
Credo duri ventiquattro ore come per tutti anche se la grappa alle volte dilata tempo e spazio.

 Sappiamo che la tua passione per la scrittura è ampiamente condivisa da tua moglie Elena. Un modo, anche questo, per mantenere l’armonia familiare?
Elena è fonte continua di idee e ispirazioni e questa per me è davvero una grande fortuna. Credo che l’armonia familiare ne possa solo che giovare, con tre bimbi piccoli che girano per casa, è sempre bello parlare e mettere in pratica creatività e passioni.

 Vuoi spiegarci come e quando nasce il tuo amore per tutto quanto ruota intorno al meraviglioso mondo della “parola scritta”?
Credo sia un percorso naturale per un amante della lettura. Quando si leggono molti libri, perché quella è un’altra mia grande passione, ad un certo punto nasce l’idea di provare a scrivere qualcosa di tuo, di mettere nero su bianco i tuoi sogni letterari. E comunque a scuola, nei temi, ottenevo sempre buoni risultati…

 Come sei arrivato alla decisione di scrivere storie gialle e noir, come sono appunto le avventure del commissario De Palma e della sua squadra?
Quando leggi decine di gialli l’anno diventa naturale utilizzare quel genere per raccontare le tue storie. E poi credo che il “giallo” sia un modo molto attuale per raccontare dei fatti; viviamo in un mondo dove il noir ci viene sbattuto in faccia ogni giorno ad ogni ora. È un modo di comunicare che fa presa e nei libri, molte volte e a differenza purtroppo di quanto accade nella realtà, i cattivi pagano le loro colpe. E questo è un aspetto di giustizia e di espiazione delle colpe che mi è sempre piaciuto.

 Nei tuoi libri non ci sono mai storie “fini a se stesse”, ma intorno alle indagini ruota tutto un mondo, molto ben delineato e soprattutto reale, che va dal malcostume politico alla criminalità finanziaria e organizzata. Ben lontano, a esempio, dalla atmosfere bucoliche o un po’ rarefatte di un’Agata Christie. Il romanzo di genere deve ormai necessariamente attingere dai fatti, e dalle  malefatte, di tutti i giorni?
Gli spunti nell’attualità di certo non mancano e attingere da questi può aiutare nella stesura di una romanzo. L’importante è mantenere una verosimiglianza nei fatti, nei personaggi, nei tempi della storia che si vuole raccontare. La fedeltà nell’ambientazione credo venga apprezzata dai lettori, è una questione di empatia e di riconoscimento delle loro esperienze in quello che poi tu riporti sulla carta. Quindi sì, cercare di affrontare dei temi più profondi che s’intersecano con i tempi e le vicende di un’indagine poliziesca è uno dei miei obiettivi.

Quanto contano lo studio e l’introspezione psicologica nelle tue storie?
Contano molto, creano e rendono reali i personaggi che popolano il romanzo. Creano ponti con il lettore che si può immedesimare con le loro azioni, emozioni, pensieri e passioni.

Domanda d’obbligo per tutti i creatori di “personaggi”. Quanto c’è di Marco Zanoni nel roccioso commissario dal cuore tenero Eric De Palma?
Molto, non posso negarlo. Dalla sua passione per i Boston Celtics al suo bisogno di tranquillità familiare quando torna a casa dopo una dura giornata di lavoro. Poi, anche se è ancora un po’ nascosta, c’è la sua passione per la grappa e a questo punto sono stato definitivamente smascherato.

Una qualità che francamente invidi al tuo personaggio principale e cosa in lui, eventualmente, vorresti cambiare?
De Palma è un uomo tenace che difficilmente sbaglia un colpo ma è anche un uomo in grado di capire la realtà in cui si muove e nel dare empatia e fiducia verso il prossimo (aspetto che nell’ultimo libro salta fuori nettamente). Nella realtà è difficile essere come lui, mi basterebbe avere anche solo una piccola porzione in più di queste sue caratteristiche. Spero che le sue vicende continuino ancora per molto perché nel tempo vedrete che quella sua cocciutaggine di fondo, (l’aspetto che vorrei cambiare) si ammorbidirà un poco.

Il tuo ultimo romanzo Guardati alle spalle, sembrerebbe avere un finale “aperto” (e di più, ovviamente, non possiamo dire). Si può ipotizzare un prossimo ritorno di Eric De Palma e della sua squadra?
È un finale aperto che però può lasciar spazio a varie interpretazioni. Torneranno oppure no? Questo aspetto mi diverte molto perché lascia la giusta suspense…

Domanda davvero originale. Cinque scrittori che secondo te non dovrebbero mancare in ogni pur piccola biblioteca?
Ti rispondo volentieri, e l’elenco è tutto italiano: Piegiorgio Pulixi, Romano De Marco, Enrico Pandiani, Elena Barbato, Marco Malvaldi.

Ultima domanda “aperta”. Cosa si augura per il futuro Marco Zanoni?
Poter continuare a scrivere e raggiungere un numero sempre maggiore di lettori che apprezzino i miei romanzi. È in fondo questa la vera soddisfazione degli scrittori.

 

 

Gian Luca Antonio Lamborizio

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