Faccia a faccia con Rosa Teruzzi – La sposa scomparsa

 

51aafcq83wlIn “un vecchio casello ferroviario bianco, uno degli ultimi rimasti in città, in un angolo alle spalle del Naviglio Grande”vivono Vittoria, giovane agente di Polizia, la madre Libera,creatrice di bouquet di nozze e la nonna Iole settantenne hippie. Un’altra donna appare nelle loro vite, è la madre di Carmen, scomparsa da trent’anni, che chiede aiuto a Vittoria convinta che il caso di sua figlia meriti ancora attenzione. Libera e Vittoria, spinte da motivazioni diverse, accolgono la sua richiesta d’aiuto e iniziano un’indagine parallela a quella della Polizia. Si improvvisano investigatrici e pedinano, cercano indizi, fanno domande. Inizia così una ricerca a più livelli che si intreccia con quella di Libera che cerca di scoprire cosa nascondono le assenze notturne della figlia e il mistero  della morte del marito Saverio ucciso da un killer rimasto senza volto.

Rosa Teruzzi si insinua nelle vite delle sue protagoniste con la delicatezza della narratrice e con l’astuzia della giallista. Tra i profumi dei fiori, i titoli dei libri tanto cari a Libera, le intuizioni di Iole e i tormenti sentimentali di Vittoria, Teruzzi racconta una storia di donne in cui l’amore da quello filiale a quello passionale è al centro del plot narrativo e delle ricerche .Tante le verità da portare alla luce nelle indagini personali e private delle protagoniste in questo giallo che affonda le radici nella tradizione classica del genere affrontando tematiche attuali.

Libera, Vittoria e Iole, tre generazioni a confronto e un  caso che riguarda la sparizione di una giovane donna a un passo dal matrimonio. Il rapporto difficile con il passato e l’amore accomuna tutti i personaggi. Il libro può essere considerato un’indagine sulle donne che simboleggiano anche uno spaccato di vita sociale del nostro paese?
Ognuna delle mie protagoniste deve fare i conti con i segreti del proprio passato e con la propria  inquietudine amorosa. Tutte tranne Iole, che a quasi settant’anni si sente una donna risolta: accetta le proprie emozioni e segue il proprio istinto e da questa maturità ha origine la sua leggerezza. Libera, sua figlia, è corteggiata da due uomini molto diversi ma non è capace di arrendersi all’amore. Mentre Vittoria, sua nipote, ha un fidanzato violento. Entrambe non riescono a fare pace con la morte di Saverio, marito dell’una e padre dell’altra, ucciso da un killer rimasto senza nome. Un mistero che toglie serenità alle loro vite.E’ una storia di donne in tempo di crisi. Libera ha dovuto fare i conti con il fallimento della propria libreria e si è reinventata una vita con i bouquet di nozze. Vittoria cerca una sua collocazione nel mondo, a volte scimmiottando i maschi. Iole vive nel presente, senza porsi troppe questioni. Sono tre caratteri femminili molto diversi, spesso in contrasto, ma ognuna di loro ha l’onestà di apprezzare i pregi delle altre.

Nel trio di signore in giallo quanto c’è di te?
Ho regalato a Libera la mia passione viscerale per i romanzi, per i fiori e il mio romanticismo e a Vittoria la mia sete di giustizia. E ho disegnato Iole con le caratteristiche che vorrei avere: l’anticonformismo, il coraggio e l’allegria da eterna ragazza.

Tanti anche i personaggi maschili coinvolti nell’indagine dal giornalista Cagnaccio al poliziotto  Gabriele al ferroviere nonno Spartaco. Com’è stato raccontarli?
Sveva Casati Modignani, che mi onora della sua amicizia, dice di raccontare, nei suoi romanzi, gli uomini che le piacerebbe conoscere. Io ho cercato di costruire dei personaggi credibili, con i loro lati d’ombra e i loro punti di forza. Il mio preferito è nonno Spartaco, il ferroviere che non c’è più ma è sempre presente al casello, nel ricordo delle sue donne, un uomo capace di riparare qualunque cosa, dice Libera, da un tostapane a un cuore infranto. Quando lo penso, mi sembra che le sue mani possano essere come quelle di Paolo, mio marito, grandi e calde.

I fiori e il loro significato.Un bouquet può rappresentare le caratteristiche di una donna?
Libera pensa che per ogni donna ci sia un solo bouquet di nozze, come un’anima gemella di petali e foglie. Spesso si perde a immaginare come potrebbe essere il bouquet adatto a chi incontra o a personaggi di romanzi che ama. Non lo fa in modo meccanico, seguendo il linguaggio dei fiori, ma si lascia ispirare dall’istinto. Mescola fiori, foglie, frutta ed erbe. E’ un processo creativo, il suo, e un vero dono per chi lo riceve.

I libri gialli aiutano Libera nelle indagini.Quanto le tue letture ti  influenzano o ti danno spunti per la scrittura?
Prima che scrittrice, io sono una lettrice appassionata e onnivora. Amo il feuilleton e i classici e divoro libri gialli. Purtroppo non sono mai riuscita a leggere in modo “tecnico”, per rubare i segreti dei maestri. Qualche volta mi dico: “Ora rileggo la Austen o Stevenson, Don Winslow o Scerbanenco e lo faccio solo per analizzare la costruzione dei loro romanzi o per studiare i loro dialoghi”. Ma ogni volta ci ricasco e vengo travolta dalla magia della  storia e dei personaggi. Quando scrivo non riesco a darmi regole, tantomeno a seguirle. Credo che ogni scrittore che ho amato mi abbia in qualche modo influenzato e sono moltissimi. Di mio detesto solo il cinismo: umano, intellettuale e letterario.

Dalla realtà di redattrice della trasmissione televisiva “Quarto grado” alla fiction narrativa.Come si racconta il dolore?
La mia professione da anni mi mette in contatto con terribili storie di cronaca nera, ma non ho mai voluto riprodurre nei miei romanzi vicende o persone reali. Non me la sentirei di attribuire arbitrariamente un passato,  ma anche solo  parole, sentimenti o emozioni alle vere vittime, alle loro famiglie, ai loro carnefici. Nonostante questo, credo di aver mantenuto la sensibilità sufficiente a lasciarmi attraversare dal dolore (dalla gioia) di chi incontro. E sono un’osservatrice. Imparo dai romanzi e dalle persone.

Il casello ferroviario,un luogo non luogo assume un valore simbolico?
Amo i caselli ferroviari. Ho sempre vissuto vicino ai binari e adoro viaggiare in treno. Il mio luogo della scrittura è un casello ferroviario sul lago di Como che abbiamo comprato all’asta e che mio marito sta ristrutturando da anni. Il casello dove vive Libera esiste davvero, attualmente è occupato e in stato di abbandono, ma io spero che venga presto recuperato e trasformato in un luogo di aggregazione per il quartiere. Uno spazio dove incontrarsi, parlare, leggere insieme…

A chi dedichi il romanzo?
Credo di essere banale, ma dedico il mio romanzo a mia madre e alle mie sorelle, Laura e Marina, che hanno sempre creduto in me e a mio marito Paolo, che mi sostiene da anni. Ci sono molte donne a cui devo essere grata a partire da Sveva, che mi è sempre stata vicina anche quando gli editori bocciavano i miei libri, per arrivare a Patricia, la mia direttrice editoriale. E’ grazie al suo incoraggiamento che “La sposa scomparsa” ha cambiato passo.

Cristina Marra

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