La figlia del fuorilegge

untitled«Un materiale esplosivo che Venegas trasforma nello straordinario ritratto di un rinnegato vissuto tra mito e realtà».

The New Yorker

In libreria dal 23 ottobre

Pagine 376 • Euro 18

Chicago, Illinois, primi anni Novanta. Per la famiglia Jose non esiste più: ha ucciso il fratello della moglie, e nessuno vuole avere contatti con lui. La figlia Maria, adolescente, gli scrive una lettera dicendo di desiderare la sua morte. Poi, incoraggiata dagli insegnanti, decide che non farà la vita delle sorelle e della madre e parte per l’università con una borsa di studio, e poi per New York. New York, fine anni Novanta: Maria riceve una telefonata dalla sorella, che le dice che José è caduto in un’imboscata. Maria domanda con freddezza, «È morto?» come se la risposta non le interessasse. La telefonata la riporta al giorno del 1987 da cui prende l’avvio la sua storia. Una notte la piccola Maria sente degli spari in strada. Il padre ha attaccato briga per una birra, dicono i giornali, e, ricercato dalla polizia, fugge in Messico, abbandonando moglie e sette figli. La realtà è diversa, e dal ritratto che Maria fa del padre esce un uomo pieno di rabbia, pronto a incendiarsi per ragioni futili, ma anche per solide vicende di vendetta e delinquenza. La vita di studentessa a New York, e la relazione con Martin, cambiano radicalmente Maria, e l’odio confuso che nutre per il padre si traduce in curiosità e ansia di sapere quali siano le radici di una rabbia e una violenza così profonde: quelle paterne, ma anche quelle che in lei si sono faticosamente trasformate in tenacia e testardaggine. E parte per il Messico per confrontarsi con il padre in carne e ossa.

Dal film Traffic alla serie TV The Bridge ai reportage sulle migliaia di donne assassinate al confine con gli USA, il Messico viene di solito rappresentato come un Far West dove la legge è impotente contro la politica corrotta. Maria invece ci racconta un paese dove la violenza ha radici antiche e solidissime, indagando senza tregua sulle ragioni di tutto questo, senza lasciarsi affascinare da facili spiegazioni e, alla fine, senza giudicare, in un libro che lontano da ogni sentimentalismo racconta la volontà di provare a capire gli incomprensibili gesti di chi è parte della nostra vita.

«Una lettera d’amore oltre i confini del tempo e della geografia, scritta da una figlia cresciuta in America a un padre che è la quintessenza del Messico».

«The New York Times»

«Ci sono mille storie in questo libro, e ciascuna sorregge tutte le altre. La figlia del fuorilegge dimostra in maniera straordinaria che cosa può essere la memoria».

National Public Radio

«Una ballata trascinante e al tempo stesso commovente, in cui Maria Venegas intreccia con grande abilità la vita del padre con la sua».

«Los Angeles Review of Books»

«In questo coraggioso memoir, Maria Venegas contempla il confine tra la vita e la morte, tra l’America e il Messico, tra il reale e il fittizio, abbandonando le difese nei confronti della possibilità di amare».

«The Independent»
Maria Venegas è nata nello Stato di Zacatecas, Mexico, ed è migrata negli Stati Uniti all’età di quattro anni. Alcune pagine di La figlia del fuorilegge sono apparse sul «Guardian» e su «Granta». I suoi racconti sono stati pubblicati su «Ploughshares» e «Huizache». Ha insegnato scrittura creativa all’Hunter College e attualmente lavora a Still Waters in a Storm, laboratorio di scrittura creativa per bambini a Brooklyn. Il suo sito è www.mariavenegas.com

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