Fragile è la notte – Intervista a Angelo Petrella

unnamedAngelo Petrella è attualmente nelle librerie con Fragile è la notte, un noir “nerissimo”, edito da Marsilio

Benvenuto su Milanonera, Angelo, si può iniziare un’intervista della fine di un libro, piuttosto che dall’inizio? Io ci provo.
Si può iniziare anche un pranzo dal dessert. Quindi proviamoci… 

Parto dai ringraziamenti: citi e ringrazi Maurizio De Giovanni, ma la tua Napoli non è la Napoli dei Bastardi di Pizzofalcone né tantomeno la Napoli del Commissario Ricciardi. “Napoli ingoia le ambizioni e sputa denaro… Napoli sembrava una puttana…”. Sembra una Napoli stanca, disillusa, un po’ come il suo protagonista, Denis Carbone. E’ solo la mia impressione o proprio così?
Un grande scrittore napoletano definì Napoli come “una città che ti ferisce a morte, o t’addormenta, o tutt’e due”. La Napoli reale è un insieme di contraddizioni che ti tira la vita da dentro, che ti costringe a vivere. La bellezza, il dolore, la tragedia e il riscatto convivono costantemente. Denis ama la vita e la strada, ma ha perso tanto e si è rifugiato nella disillusione: le sue occasioni perdute nel passato sono le stesse della città. Ma continua ad andare avanti restando fedele a se stesso, perseverando nel suo stile hemingwayano, ovvero quello di conservare la grazia anche nelle avversità.

Con il personaggio di Denis Carbone parli anche della delusione e dell’ingratitudine che sposso provare i tutori della legge in certe città, in certi quartieri “ quando metti dentro gente che guadagna più di te” e quindi la tentazione di fare il salto dall’altra parte. E Denis quel saltino lo aveva fatto e non prova nemmeno rimorso per quel periodo, anzi quasi nostalgia. Li definisce gli anni migliori della sua vita
Erano anni spensierati, per Denis, che poteva toccare il cielo con un dito: aveva accanto a sé Laura, la donna dei suoi sogni, e un tenore di vita altissimo, dovuto a raggiri e imbrogli. Il sistema intero è corrotto, Denis lo sa, e aveva trovato una sorta di equilibrio disperato nel servire la giustizia, approfittare delle fenditure nell’ordine delle cose e contemporaneamente godersi la vita. Ma i nodi vengono sempre al pettine. Quando pensi di poter trovare la felicità all’esterno di se stesso, prima o poi la realtà ti fa andare a sbattere contro un muro. La legalità e la giustizia non coincidono sempre, questo Denis lo sa, ed è lo stesso motivo per cui è disposto ad andare perfino contro le regole pur di risolvere un caso.

Denis è un egoista, un alcolizzato, e può essere aggressivo e violento. Usa Teresa per dimenticare la moglie, verso la quale ha atteggiamenti persecutori. Diciamo che una denuncia per stalking potrebbe quasi starci.  Hai creato un personaggio che potrebbe risultare antipatico…la sua voglia di risalire e la ricerca di verità sono sufficienti alla redenzione, almeno a quella letteraria?
Un romanzo deve avvincere e intrigare. Non deve strizzare l’occhio al lettore. Il noir italiano è stato rovinato dal buonismo e dalla ricerca dei buoni sentimenti a ogni costo. La letteratura deve raccontare la vita, che è anche cruda e imprevedibile. Gli eroi, i buoni, non sempre sono “buoni”. Denis tenta di redimersi dalle sue ossessioni e dai suoi rimorsi, dai tradimenti perpetrati a danno della sua natura intima: perseguire la giustizia è il suo modo di fare ammenda dai suoi peccati verso la vita. Senz’altro non da una presunta idea morale e astratta del “bene”.

640x360_C_2_video_748767_videoThumbnailE poi c’è Teresa che è l’emblema della donna succube, che reitera il suo errore innamorandosi sempre dello stesso tipo di uomo “ stronzo”. L’amore è sempre una giustificazione sufficiente?
L’amore ti porta a fare cose che non vorresti mai. A volte è un rifugio, altre volte un risarcimento da quello che ti è mancato nella vita. Quasi sempre è un’idealizzazione. Teresa in fondo è come Denis: un’idealista consapevole che le proprie aspirazioni travalicano il possibile. Perciò deve accontentarsi di brandelli di gioia. Ma lo fa con convinzione e in silenzio. E per questo è più “donna”, più umana di tutti gli altri personaggi.

Parli di “indifferenza cittadina” ,piaga di tutte le città- A Napoli è più evidente che in altre?
Napoli è la città meno indifferente che conosca. Ma Denis è ferito e vede il mondo con i suoi colori netti, privi di sfumature.

Quanta solitudine c’è nei personaggi del libro? Perché la notte è fragile?
La notte è fragile perché l’oscurità è sempre a rischio di venire illuminata. Non è difficile trovare il giusto sentiero, la luce che indichi la propria vocazione: difficile è perseguirla. Ma la notte è anche il momento incantato in cui si aggirano poliziotti, ladri, scrittori, cuori infranti: gente che all’esterno sembra dura ma in realtà ha un animo delicato e, appunto, fragile.

“I giornali si fiondano sul primo delitto splendidamente morboso dell’estate.” Quando fa comodo ai media la morbosità del pubblico?
Enormemente. Il pettegolezzo è la forma embrionale di “storia” che fa gola a tutti. Ormai, credo soprattutto noi italiani, ne siamo drogati. Basti vedere quanti programmi tv e rotocalchi indugino su storie morbose, su dettagli e risvolti di cronaca nera.

In fragile è la notte i parla anche di sport ma, cosa che fa sorridere trattandosi di Napoli, non di calcio, bensì di tennis!! E poi aggiungiamoci che una delle vecchie truffe di Denis era a carico di un giocatore del Napoli…
Avrei rischiato di scrivere un romanzo sul calcio, visto l’amore smodato che mi lega al Napoli… 😊 E poi il tennis, come ha scritto André Agassi, è pugilato che si combatte sulla distanza: perciò è lo sport perfetto per il poliziesco.

Fragile è la notte”, primo libro di una serie e già venduti i diritti cinematografici. Che effetto fa? Solo gioia o anche timori?Entrambe, come in ogni grande progetto. Ma Denis e gli altri personaggi hanno ancora tanto da dire: vogliono raccontare una Napoli diversa, un noir diverso, immerso in quell’atmosfera nostalgica da “saudade” mediterranea eppure al contempo agganciato a quella splendida crudezza della vita delle metropoli dei nostri tempi.

E infine una curiosità: si curerà il nostro protagonista?
Certo. Si curerà e poi si riammalerà. E poi…

Milanonera ringrazia Angelo Petrella per la disponibilità.

Qui la nostra recensione a Fragile è la notte

L. Cristiano, C.Aicardi

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