I gialli ci hanno abituato a ricercare la verità, ma accettarla è davvero tutto un altro paio di maniche.
Questo almeno è il percorso, che in un certo senso possiamo definire giustamente iniziatico, di Fredric Drum, decifratore di codici e sommelier, ristoratore e appassionato di archeologia.
In una Oslo che sembra essere inspiegabilmente diventata il fulcro di forze occulte e sette dedite al culto della luce, la statua del dio Assurbanipal, signore della guerra, sparisce inspiegabilmente dal Museo Nazionale per finire in casa di uno dei curatori del museo. Sconvolto da tale rivelazione l’archeologo si mette in macchina, ma è a questo punto che va incontro al suo tragico destino, ucciso da una riproduzione della Madre Terra, proprio mentre l’amico Fredric si stava recando da lui per una della loro cene. Cultura matriarcale e dei della guerra, teorie scientifiche e una galleria di personaggi bizzarri, la Oslo gourmet di questo romanzo è un guazzabuglio delirante di figure sempre più improbabili.
Eppure il romanzo non sembra cedere un millimetro in termini di tensione, che aumenta di capitolo in capitolo, rendendo i colpi di scena sempre più serrati, e la la svolta del caso sempre più brutale.
Fredric Drum è la nostra bussola, dobbiamo aver fede in lui come la hanno i soci del suo ristorante, il Kasserollen, che accettano senza battere ciglio sparizioni misteriose.
Tanto più questo libro sembra trascinare il lettore nel non-senso, tanto più in realtà trascina il lettore in un magma fitto di eventi.
La verità, come ho detto all’inizio, è più difficile da accettare che da ricercare: e il lungo percorso di catarsi seguito da Frederic Drum in qualche modo trascina anche il lettore con sé, lasciandolo cambiato.
Perché nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Anche i misteri all’apparenza più improbabili.
Fredric Drum e il mistero del re di pietra – Gert Nygårdshaug
Daniela Gervasi
