Due weekend all’insegna del giallo noir, con con la partecipazione degli autori crime più noti del nostro Paese e di volti noti dell tv.
A questo aggiungete una suggestiva piazzetta che domina il mare: ecco a voi Giallo di sera a Ortona, giunto alla seconda edizione, visto il grande successo dell’ anno precedente.
La manifestazione di terrà a Ortona (CH) in due weekend di luglio, 17/18/19 e 24/25/26 sempre sotto la direzione artistica di Romano De Marco.
MilanoNera vi accompagnerà con un appuntamento giornaliero a conoscere gli ospiti che interverranno.
Oggi facciamo due chiacchiere con Antonio Fusco, vice questore aggiunto di Pistoia e autore della serie con il commissario Casabona, l’amato personaggio ormai entrato nel cuore di tanti lettori.
Antonio Fusco sarà sul palco di Giallo di Sera a Ortona domenica 19 luglio alle ore 21.00. Ci vediamo là!
Quinto libro con Casabona? Che rapporto hai con lui? Vi conoscete bene o ci sono ancora cose che devi scoprire?
Il rapporto tra me e Casabona è la storia di due persone che fanno un lungo viaggio in treno insieme. Si incontrano perché il caso li ha voluti seduti di fianco nello stesso scompartimento e iniziano a raccontarsi uno all’altro. Dapprima con prudenza e circospezione poi, con il passare del tempo, scoprendo di avere tante cose in comune, con sempre maggiore confidenza e intimità. Ormai sappiamo molte cose, io di lui e lui di ma, ma il viaggio e ancora lungo.
Come è cambiato Antonio Fusco scrittore rispetto a Ogni giorno ha il suo male?
Come dici tu, Antonio Fusco ha capito di essere uno scrittore, con tutte le responsabilità che questa consapevolezza comporta. Avere un pubblico di lettori che ti segue ed è affezionato ai tuoi personaggi ti obbliga a fare le cose per bene per non deluderli. A sforzarti di essere un professionista, insomma. Io ci sto provando.
L’essere un poliziotto ti pone più limiti rispetto a scrittori che non lo sono?
Da un certo punto di vista, sì. Le mie storie devono essere credibili dal punto di vista procedurale altrimenti rischio di fare brutte figure nel mio ambiente, dove ho molti lettori. Non ho molto spazio per colpi ad effetto basati su “licenze letterarie”. Ma questo è anche il valore aggiunto dei miei romanzi, quindi non mi lamento.
So che trai ispirazione da casi veri, c’è un caso che non ha avuto un finale, o una giustizia giuridica al quale pensi di dare almeno una giustizia letteraria?
A volte, ma non sempre, traggo ispirazione da casi veri di cui, però, non mi sono occupato. Storie viste in tv o lette sui giornali. Il mio lavoro resta separato dalla narrazione letteraria, perché è fatto di dolore vero che merita il massimo rispetto. In ogni caso, la giustizia la fanno i giudici nei tribunali non gli scrittori nei libri.
Nel libro dici, o meglio dice Casabona: essere uno sbirro cambia lo sguardo sul mondo. Come è il tuo?
Tutte le professioni con implicazioni relazionali molto accentuate, pensiamo anche ai vigili del fuoco, ai chirurghi, ai medici legali, ecc., comportano una deformazione nella percezione della realtà. La familiarità con la morte e il male ti porta a vedere il mondo in modo più cinico e ad aspettarti il pericolo dietro ogni angolo, anche quando non c’è.
Nel libro si parla di mimica e gestualità della menzogna, si impara con l’esperienza o vi tengono dei corsi?
Entrambe le cose, ma non serve a niente capire che una persona mente. In tribunale bisogna portare le prove. Le intuizioni basate sulla prossemica o sulla fisiognomica non possono nemmeno entrare.
E se ti dico: Voglio il mio avvocato!!
Ti rispondo che vedi troppi film americani. A parte gli scherzi, in Italia è il codice di procedura penale che stabilisce quando è necessaria la presenza di un avvocato. La polizia giudiziaria non può fare altro che adeguarsi a quelle prescrizioni, anche perché le attività compiute sarebbero inutili da un punto di vista processuale.
Curiosi sono i nomi delle vie che usi nel libro: l’aneddoto di Via Abbi Pazienza è vero?
Verissimo. Cercatelo su Google se non ci credete.
Ogni tanto usi la scrittura per toglierti qualche sassolino dalla scarpa? Penso per esempio e delle considerazioni fatte sull’ordine pubblico in Alla fine del viaggio.
Più che togliermi qualche sassolino dalla scarpa, direi che cerco di far conoscere aspetti della nostra professione da “dietro le quinte”.
Casabona ha una certa dose di empatia che gli permette di non dimenticare la dimensione umana della persone coinvolte, e ribadisce spesso che i poliziotti non devono emettere giudizi morali, ma soltanto ricostruire i fatti. Nella realtà quanto e difficile e quanto ci si mette a raggiungere questo equilibrio?
Io credo che sia fondamentale, altrimenti non si potrebbe fare questo lavoro. Noi ricostruiamo fatti e raccogliamo prove in grado di dimostrare che la nostra ricostruzione si avvicina molto alla verità. Il giudizio su quei fatti e le conseguenze dal punto di vista della responsabilità penale spetta ai giudici. Non si può essere giocatori e arbitri nella stessa partita.
Il Casabona di Alla fine del viaggio è malinconico, disilluso, prima arrabbiato, poi rassegnato. Ci stiamo avvicinando alla fine del viaggio di Casabona nel suo mondo di carta, o avremo una sorpresa?
Andate in libreria il 23 settembre e scoprirete che il viaggio e tutt’altro che finito.
Tu hai sicuramente lavorato tantissimo durante il lockdown, ma sei riuscito a ritagliarti del tempo per leggere o scrivere?
Durante il lockdown per noi non è cambiato molto, dal punto di vista lavorativo, però ho avuto più tempo a disposizione finito il lavoro. Questo mi ha consentito di ultimare la stesura del mio prossimo romanzo che uscirà il 23 settembre, edito sempre dalla Giunti, dal titolo “La stagione del fango- Inferno per il commissario Casabona”
Giallo di Sera a Ortona sarà una delle prime manifestazioni post pandemia. Hai voglia di ritrovare il contatto con il pubblico?
Non vedo l’ora. Poi è vicino al mare e c’è Romano De Marco, un vero amico. “What else?” Direbbe George Clooney
Per concludere con un sorriso, mi racconti una cosa buffa successa durante una tua presentazione?
Napoli, presentazione del mio secondo romanzo nei locali di un circolo culturale nei pressi dell’università Federico II. Presenti una ventina di persone. A metà presentazione si alza un tipo e inizia ad inveire contro la giornalista che mi stava intervistando, usando anche parole molto offensive. Nessuno si muove. Penso che si tratti di una rappresentazione organizzata da quelli del circolo per ravvivare l’evento. Il tipo sale sul palco e si dirige verso della donna. Noto che porta un marsupio con la cerniera aperta. Mi alzo e lo blocco. Nel marsupio aveva un coltello e si scoprirà che era uno stalker che si era invaghito della giornalista ed era evaso dagli arresti domiciliari dopo aver visto la pubblicità dell’evento su Facebook. Lo arresto e lo consegno alla volante del commissariato di zona. Poi andiamo a mangiare una pizza insieme agli organizzatori. Non ti dico le risate.
MilanoNera ringrazia Antonio Fusco e, nell’attesa dell’inizio di Giallo di Sera a Ortona, vi ricorda che ogni giorno alle 16.00 uscirà un articolo riguardante gli ospiti del festival. A domani con…
Per saperlo ci vediamo domani alle 16.00