Gli occhi del serpente – Fabrizio Silei



Fabrizio Silei
Gli occhi del serpente
Giunti
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Torna lo scrittore fiorentino Fabrizio Silei con quello che potremmo definire il terzo episodio della “trilogia degli animali”. Dopo Trappola per volpi del 2019, dove per catturare un assassino astuto bisognava pensare come una volpe, e La rabbia del lupo del 2021, in cui si trattava di controllare la furia a fronte di un’ingiustizia immane, nel marzo 2023 Giunti pubblica Gli occhi del serpente. Questo rettile notoriamente subdolo, ingannatore, viene paragonato al male. E certamente ci si aspetta che trami nel buio, silenziosamente, avendo la capacità di penetrare ovunque. Fosse anche il prestigioso Istituto d’Arte di Porta Romana, culla della creatività, dove l’autore stesso ha studiato, facendolo rivivere sulla carta.

Siamo nella Firenze del 1938. Poiché è attesa una visita del Führer, anche il mondo dell’arte vuole dare il proprio contributo alla magnificenza della città. “Da febbraio a Firenze si lavorava per prepararsi all’annunciato arrivo di Hitler, che, conclusasi la sua visita della capitale, sarebbe stato accolto il 9 di maggio dalla città del Rinascimento.” 

Sotto la guida del professor Umberti, nei vari laboratori del Regio Istituto d’Arte si lavora per produrre opere che andranno ad abbellire la stazione ferroviaria, una sorta di biglietto da visita per chi giungerà. Però l’arte non è esente dal pericolo, e infatti tra gli allievi imperano le rivalità. E proprio il già citato professore verrà trovato morto nella gipsoteca, schiacciato dalla statua di Giuditta e Oloferne. Un omicidio che non lascia dubbi circa la modalità, eppure va interpretato.

Il giovane commissario Vitaliano Draghi, alle prese con qualche problema di cuore con la bella Nausica, è chiamato a occuparsi del caso, tanto più che verranno fatte delle pressioni da parte di un potente ministro romano, amico della vittima, disposto a tutto purché sia fatta giustizia. A Firenze quest’ultimo ha inviato nientemeno che due agenti dell’OVRA (Opera Volontaria di Repressione Antifascista) a controllare lo svolgimento delle indagini. E ancora una volta si unirà il saggio Pietro Bensi, contadino della fattoria nel Chianti in cui Vitaliano Draghi è cresciuto, che è appassionato nella costruzione di complicati marchingegni e lo ha iniziato agli enigmi. Un “aiutante”  che ritroviamo in tutte e tre le indagini di Fabrizio Silei, in modo da formare una coppia di investigatori improbabile quanto mai efficace e affiatata. Pietro, poi, non è nemmeno tanto segretamente antifascista, per cui c’è da preoccuparsi costantemente per la sua sorte.

I romanzi di Silei, e anche questo non fa eccezione, sono corposi. La scrittura però è scorrevole ed evocativa. I personaggi che si alternano sulla scena sono molti e danno vita a trame secondarie, alla stessa stregua intriganti, che poi confluiranno nell’epilogo finale. Complice il dialetto fiorentino, che come lingua mette sempre allegria, taluni dialoghi risultano ironici e stemperano le scene di violenza di cui un romanzo di genere non può esimersi.

Consiglio la lettura de Gli occhi del serpente a chi ha amato la coppia Vitaliano Draghi e Pietro Bensi negli altri due capitoli. Ma anche semplicemente a chi adora il giallo storico, visto che nulla è precluso. A chi, soprattutto, perdendosi nel dedalo di un labirinto, stana sempre il mostro. Perché è bello cimentarsi nell’anticipare la soluzione. Buona indagine, dunque. Alla prossima.

Cristina Biolcati

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