Hank Philippi Ryan – La verità sul caso Ashlyn Bryant



Hank Philippi Ryan
Hank Philippi Ryan
Newton Compton
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Mercer ha perso da 442 giorni il marito e la figlia in un incidente d’auto quando viene incaricata di scrivere un romanzo basato sul processo ad Ashlyn Bryant, accusata di avere assassinato la figlioletta Tasha Nicole, che sta per cominciare a Boston. Cinquantuno giorni dopo la donna sarà diventata un’altra persona attraverso un doloroso percorso verso la verità.
Ma quale verità? Quella di Ashlyn Bryant che si professa innocente? Quella del procuratore e della polizia che la considerano sicuramente colpevole? Quella del romanzo che riporta episodi della vita di Ashlyn e di Tasha rivisitati dalla penna di Mercer, giornalista e scrittrice? Oppure ancora la verità sul matrimonio tra Mercer e Dex e sull’incidente che ne ha provocato la fine? O la Verità?
Possiamo tranquillizzare il lettore senza tuttavia anticipare nulla: alla fine tutto sarà spiegato e la Verità trionferà, i buoni saranno ricompensati e i cattivi saranno puniti (forse).
La verità sul caso Ashlyn Bryant, primo libro tradotto in italiano della giornalista investigativa e scrittrice di gialli americana Hank Philippi Ryan, è un giallo psicologico che ha come sfondo la bella casa nei sobborghi di Boston di Mercer da cui la protagonista si allontana raramente e in cui cerca di rimuovere tutti i ricordi della vita con il marito e la figlia scomparsi, salvo poi scrivere ogni giorno sulla condensa dello specchio del bagno il numero crescente dei giorni trascorsi dall’incidente.
I personaggi sono pochi e l’azione limitata, ma la domanda che tiene il lettore con il fiato sospeso per tutto il libro e che troverà soluzione solo nel finale è: il procuratore Spofford ha ragione quando dice che solo Ashlyn può aver ucciso Tasha oppure ha ragione l’avvocato McMorran quando parla di ‘ragionevole dubbio’?
Chiariamo subito che questo non è un legal thriller e che le fasi del processo sono filtrate attraverso i pensieri, le emozioni e le sensazioni di Mercer, che non si reca mai in aula ma che assiste alle udienze da casa collegata al servizio video del tribunale. In realtà il processo e ciò che segue servono per calarsi nella mente di due madri che hanno perso le loro figliolette in modo tragico e che forse sono più vicine di quanto appare all’inizio.
La verità sul caso Ashlyn Bryant ha quattrocento pagine e forse qualche decina di pagine in meno avrebbe giovato alla tensione narrativa, tuttavia questo è un romanzo molto curato nei particolari, nelle ambientazioni e nello stile per cui il risultato è un prodotto ben confezionato che si legge volentieri.

Rita Garzetti

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