Ho fatto giardino: giudizio ai lettori

Doveva succedere prima o poi. Due collaboratori di MilanoNera hanno recensito lo stesso libro: l’ultimo nato dalla penna del PINKETTS nazionale (qui a fianco ritratto insieme al sottoscritto e ad Adele Marini durante la presentazione dei nostri romanzi  alla notte bianca in noir 2006 presso la libreria Feltrinelli di piazza Piemonte). L’occasione è buona per lanciare una rubrica che avevo in testa già da un po’: la doppia recensione con giudizio affidato ai lettori. Sarete voi con i vostri commenti a decretare il voto da assegnare al libro. A Fent e Villani, cui lascio subito la parola, il libro è piaciuto. E’ così anche per voi?

VISTO DA FENT
Andrea G. Pinketts è tra i più grandi scrittori italiani, non solo perchè scriveva ai tavoli del bistrò milanese "Le trottoir", o al Bar Magenta o in qualche altro bar milanese, tra la gente, a scrivere con le sue stilografiche Montblanc. Ha creato questo antieroe metropolitano che è l’investigatore Lazzaro Santandrea.
Prendo dal sito a lui dedicato la sua biografia
Andrea G.Pinketts nasce a Milano nel 1961 sotto il segno del leone ascendente ariete, sin da piccolo dimostra una pertinace tendenza all’insubordinazione e alle armi da fuoco, specialmente a quelle puntate contro di lui.
Studi irregolari, espulsione dal liceo linguistico per avere mal-menato il preside disossandolo.
A 17 anni dà prova di resistenza nella giungla urbana quando, essendo rimasto chiuso all’interno di un cinema periferico a causa di un colpo di sonno indotto da una bottiglia di whiskey tracannata durante la proiezione di "Tre contro tutti", demolisce il portone del cinema a colpi di mannaia.
Dopo dodici giorni di servizio militare evade dalla caserma dei granatieri di Orvieto e, per evitare spiacevoli conseguenze, si finge psicopatico.
Tra le sue attività annoveriamo: fotomodello, cacciatore di dote, istruttore di arti marziali, giornalista investigativo (premio "Una Remington per la strada" 1991).
Le sue inchieste sul settimanale "Esquire" lo hanno visto di volta in volta sviluppare l’arte del trasformismo diventando negro, barbone, viado, satanista, pornodivo col nickname di "Udo Kuoio il re della frusta".
Ha sempre avuto una passione sfrenata per le cattive compagnie, la letteratura, i bar equivoci, i sigari e le donne.
Non necessariamente in questo ordine.
Il suo primo romanzo è del 1992 "Lazzaro vieni fuori".
In questo ho fatto giardino Lazzaro Santandrea si trova a varcare la soglia dei fatidici 40 anni. Per Lazzaro gli anni passano, ma la ferrea determinazione di non piegarsi alla mestizia, all’ingiustizia e ad altre cose che finiscono per "zia" resta. E anche "fare giardino" significa ribaltare una situazione.
Leggetelo, ne riparliamo. (davide fent)

VISTO DA VILLANI
Forse era dai tempi di Amore e Guerra di Woody Allen che non provavo quel sottile genere di divertimento, sia beninteso Amore e Guerra di Woody Allen centra niente con Ho fatto giardino di Andrea Pinketts ma sto parlando di quel tipo di godimento intellettuale che da l’autore quando, proprio nell’attimo in cui pare svaccare, ti stordisce d’effetto con altri elementi, soprattutto letterari ma non solo, che non ti aspettavi, e che non ti saresti mai aspettato. Andrea Pinketts, con Ho fatto giardino disarciona completamente il ruolo di giallista. Andrea Pinketts, con Ho fatto giardino disarciona completamente il ruolo di scrittore. Ora che ci penso, Andrea Pinketts, con questo libro, disarciona completamente il ruolo di uomo. Di essere terreste appartenente all’epoca contemporanea, nella sua zona occidentale. Ero prima, fortemente convinto, come tanti, che Lazzaro Santandrea fosse il superego di Andrea G. Pinketts. Non avevo capito niente, è esattamente il contrario: è Andrea il superego di Lazzaro. Andrea G. Pinketts, questo scrittore pluripremiato, e questa è forse, l’unica cosa che mi convince poco, perché allora qualcosa deve avere sbagliato, è un autore che va ben oltre la scrittura. Egli è un linguaggio. Concetto abbastanza banale, da parte mia, noi tutti siamo, al di là che carne e ossa, un linguaggio identificato e soprattutto identificativo, ma quando il linguaggio si esprime attraverso un codice artistico, in questo caso altamente letterario, si va ben oltre la ricerca e si diventa, veramente, un linguaggio. Il Pinkettslinguaggio. Il linguaggio di Pinketts, oltre ogni forma di letteratura. Poi c’è la storia, gli omicidi, i red cup, le belle donne, quelle brutte, i sigari, l’alcool, il gioco d’azzardo, i locali che prendono forma e vita come in un cartone animato, questa volta c’è pure S. Tropez, anzi, pardon, Stropez, gli amici veri inseriti nel sogno letterario come personaggi inventati. Ma l’autore si distingue proprio  inventando il vero, audacemente, in quest’epoca, come non mi stanco mai di ripetere, di realtà talmente fasulla da apparire addirittura blasfema, dove il vero vero va inventato, attraverso la potenza dell’arte, in questo caso la letteratura, ma è casuale, è una nuova forma di linguaggio, che è diventata carne, che è diventata Andrea. Mentre Andrea, lui la persona, a questo punto, non so cosa è diventato, o cosa diventerà, anche se la cosa mi fa un po’ paura.

Sembravamo usciti da un film di Di Leo, un maestro, tratto da una storia di Scerbanenco, un altro maestro. Eravamo molto anni settanta. La golden age di Turatello, Vallanzasca, degli opposti estremismi del sismi.

Randazzo hai capito l’andazzo?
Si. Non ho detto una parola di troppo. Ho parlato solo in francese  e, com’è noto, i francesi si preoccupano più di come suoni una frase, piuttosto  di cosa significhi
Avevano letto il Pigmalione o visto il film.
Pogo lo abbracciò.

Non mi si chieda di trattare, in maniera tecnica o pragmatica, la storia, la storia è la storia e non una storia. Si, potete stare tranquilli, c‘è un inizio , e dopotutto, una fine. C’è un professore ammazzato in Francia, un amico rapito, la bumba che non esiste, o forse sì, una corporazione massonica che appare uscita dal Signore degli anelli piuttosto che dalla malavita altamente organizzata.
Ma leggendola, questa storia, e divertendovi, così come è capitato a me, capirete che non ce ne era neppure bisogno. Della storia.
Di Pinketts si, di lui, bisogno , ne abbiamo ancora. (andrea villani)

ANDREA PINKETTS – HO FATTO GIARDINO – MONDADORI      GIUDIZIO: a voi!

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