I fuochi del Nord



Derek Nikitas
I fuochi del Nord
revolver
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Stavolta accetto la violenza perché anche se, un po’ eccessiva forse, non è fine a se stessa. E perché la storia mi convince anche se, a mio vedere, l’autore nel voler dare troppi particolari allunga eccessivamente il romanzo. Comunque ecco la trama: a Rochester N.Y. Stati Uniti, Lucia Moberg, detta Luc, “una quasi sedicenne magrolina, un metro e mezzo d’altezza”, figlia di un professore svedese che insegna alla locale università e di un’americana, sua ex allieva ora trentacinquenne insoddisfatta, Luc, dicevo, capelli tinti neri e smalto nero alle unghie ( genere dark) è seduta in macchina accanto a suo padre, Oscar, che viene ucciso durante un tentativo di rapina. Ma era stata proprio la figlia a chiedergli di accompagnarlo al supermercato… Sopraffatta dai sensi di colpa, Luc ha problemi con la madre che improvvisamente tenta il suicidio, batte la testa, ma non muore. Perché direte? Beh è un giallo, no? Vi dico solo che la donna ha perso la memoria. La nostra Luc che ha due grandi confidenti e amiche, le gemelle Gina e Kit (dark anche loro), si crede imprigionata in una vita senza speranza con la madre da accudire. Sogna l’amore, s’illude persino e invece una spaventosa prova l’attende. Per sua fortuna l’indagine dell’omicidio del padre è finita nelle mani di Greta Hurd, suo unico punto di riferimento ormai, una quarantottenne sfiorita, indurita da vent’anni in polizia e dal difficile rapporto con la figlia, e del suo collega di lavoro Moe Arslan, diminutivo di Muhammed, musulmano di origine turca. Greta Hurd che non crede nella rapina scava a fondo. Saltano fuori particolari inquietanti. Compare la figura di una donna incinta, Tanya Yasbeck, legata a un delinquente violento che vive in una roulotte… Un personaggio indovinato, con i suoi dubbi e le sua infelice ricerca della felicità che le fa subire e accettare la violenza dagli altri. A tratti umano e di un’umanità che la distanzia dai complici. Luc viene rapita… Tenuta prigioniera… È un storia gialla terribile, che offre insieme psicologia e crudele, sadico realismo. Abbiamo la tradizionale caccia al colpevole, ben orchestrata con indagini, interrogatori, scoperte, frenetica alle ultime battute e che pare quasi impotente di fronte al male. Ma i ricordi, i sogni suscitati delle fiabe nordiche del padre sosterranno Luc e l’aiuteranno a uscire dall’inferno. E, alla fine, vinceranno la luce e la vita che continua.

patrizia debicke

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