Filippo Semplici – I misteri di Borgoladro



Filippo Semplici
Filippo Semplici
Newton Compton
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Una vacanza in moto nelle campagne toscane. Una sosta imprevista per acquistare un paio di bottiglie d’acqua a Borgoladro, un paesino che sembra abbandonato. L’incontro con uno strano barista e una vecchina contorta. E per Orlando ed Elisa, una giovane coppia, il viaggio si trasforma nel peggiore degli incubi. Una discesa senza fine negli inferi, toccando il male nella sua versione più perversa, atroce e inimmaginabile.
Si ritrovano circondati da anziani bugiardi, violenti, sanguinari, cattivi allo stato puro. Con mille pretesti e bugie vengono costretti a non ripartire, diventano prigionieri e subiscono ogni tipo di vessazione. Non riescono a capire il perché di tanta malvagità e perdono certezze, remore, umanità. Tentano di fuggire, vengono ripresi. Cercano di telefonare, ma non c’è campo. Sprofondano nel baratro di un incubo del quale non trovano la fine. Orlando scopre aspetti di se stesso che non conosceva, lentamente si trasforma da bravo ragazzo con il crocifisso appeso al collo in una belva ferita, carica di odio, assetata di sangue.
“I misteri di Borgoladro” di Filippo Semplici, pubblicato da Newton Compton Editori, ha un andamento che, all’inizio, sembra lento, con una descrizione dettagliata del luogo, dei caratteri dei personaggi, che entrano in scena poco alla volta, con lo stupore e l’incredulità dei due giovani per i pretesti utilizzati per trattenerli. Man mano che gli eventi cominciano a dipanarsi, il ritmo segue la velocità di quello che accade. Si innesca un vortice che sembra portare a conclusioni inevitabili, ma Semplici sa costruire sapientemente piccoli colpi di scena che fanno salire la tensione, anche quando accadono avvenimenti prevedibili.
Ad un certo punto la storia sembra un treno lanciato a folle velocità verso un muro, destinato inesorabilmente a schiantarsi e a fermarsi. Invece, il treno manda in frantumi il muro e scopre uno scenario e motivazioni insospettate, peggiori di quelle che il lettore possa immaginare, non si tratta “semplicemente” di una banda di folli vecchi sanguinari, ma molto di più.
A questo punto è doveroso fermarsi e lasciare a chi leggerà il piacere di scoprire cosa accade in questo noir, che potrebbe creare un percorso seriale diverso dal solito. Siamo abituati alla serialità dei personaggi, in questo caso la storia e i contenuti, che emergono nella parte finale del romanzo per spiegare tutto quello che è accaduto, potrebbero diventare seriali: una serialità di storie che parte da un grande male dalle mille sfaccettature.

Michele Marolla

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