I racconti del workshop NebbiaGialla – Federica Faldoni

La fuga

Terminò di leggere l’articolo in preda a un’incontenibile agitazione. Chi se lo sarebbe potuto aspettare da una signora dall’aria così per bene? Bella, bionda, giovane, ricca… Un bel giorno aveva piantato casa e marito ed era sparita nel nulla.

Studiò la fotografia. “Non ci si può fidare delle impressioni”, pensò non senza una bella dose di ironia. “Sicuro come l’oro che parenti, amici e vicini di casa saranno pronti a giurare davanti ai microfoni dei giornalisti che non era tipo da colpi di testa. Che era una persona tranquilla, tutta casa, marito e chiesa.”

Ma sapeva che le stesse persone, e su questo avrebbe scommesso qualsiasi cosa, mentre giuravano avrebbero pensato l’esatto contrario. “Oh sì che era il tipo, altrochè! Con quella faccia da santarellina, questo e altro…” Sorrise al pensiero. Sapeva che basta tirare i fili giusti e alla fine il peggio delle persone viene alla luce.

Era andata così con Walter. All’inizio le era sembrato l’uomo perfetto. Dolce, gentile, sensibile. Sensibile soprattutto al fascino femminile. Quasi tutto il paese era a conoscenza della sua tresca con Anna, la buona moglie del pediatra. Lei ne era stata premurosamente informata attraverso una lettera anonima, con tutta probabilità scritta dal suo vicino di casa che giocava all’investigatore spiando le vite degli altri attraverso le lenti spesse dei suoi occhiali.

“Una cara persona” sogghignò ironica. Eppure non era rimasta scioccata a quella notizia. Non ricordava nemmeno se ne avesse sofferto perché questo era niente al confronto di quello che avvenne dopo.

“ Certo che sedurre il prete del paese era stato un gioco da ragazzi.” Non se lo sarebbe aspettato così facile. Le era sempre sembrata una persona così a modo, con la sua morale spicciola e franca. “Bell’uomo, però.” Sorrise. Aveva pensato di fare come il gatto col topo ma poi gli si era in qualche modo affezionata. Trovava eccitante entrare in chiesa e chinarsi sul banco aprendo un poco la scollatura. Se ci pensava sentiva ancora le gocce di sudore che inondavano la fronte del poveruomo mentre farfugliava qualche omelia. Non è che volesse farla pagare a suo marito, era più come se il tradimento di lui l’avesse liberata, le avesse dato l’autorizzazione a fare ciò che voleva. E lei voleva essere libera. Ma era durata poco. L’ennesima lettera anonima, stavolta indirizzata a suo marito, aveva scoperchiato l’inferno ed erano iniziate le botte. Prima per gelosia, poi per qualsiasi cosa. Se parlava con il macellaio, se rincasava tardi, se aveva la gonna troppo corta o i tacchi troppo alti.

Chiuse gli occhi e respirò profondamente. Sentì il cuore battere forte e poi, lentamente, calmarsi. Si guardò allo specchio. Sollevò i capelli vicino all’attaccatura della fronte. Sotto la chioma nera si intravedeva una ricrescita bionda. “Bella, bionda, giovane…” queste parole le risuonarono nella testa. “è già ora di rifare la tinta” pensò. “Non mi riavrete mai”.

Federica Faldoni, l’autrice di questo racconto, E’ un’appassionata ma a quanto pare anche un’esperta di noir perché oltre che al workshop ha partecipato anche al “Pranzo con delitto” di domenica 6 febbraio, vincendo “un sacco di libri!”

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