Il colosso di Lodi



R. Besola, A. Ferrari, F. Gallone
Il colosso di Lodi
Frilli
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Stessi protagonisti di Operazione Madonnina e Operazione Rischiatutto, ma con due anni di più sulle spalle, il commissario Benito Malaspina, detto Mala, e il giornalista Dino Lazzati, soprannominato Fernet per via dell’amaro sua unica bevanda giornaliera e notturna. E, a mio vedere, i Branca dovrebbero fare un monumento a questo uomo simbolo marketing vivente per la vecchia e famosa azienda milanese.
E francamente bentornati agli autori. Forse cresciuti? Meglio amalgamati tra loro? Più bravi? Più spregiudicati? Un certo non so che, che non saprei dire, c’è e fa la differenza. Certo è che la storia intriga subito, funziona, l’humour c’è e fa piacere e l’inventiva tiene.
Comunque a incoraggiare gli acquirenti di questo nuovo noir metropolitano un po’ di stuzzichini, tanto per aprire lo stomaco.
Milano, marzo 1975.
In piena notte, davanti agli occhi terrorizzati di una coppietta “in calore” rifugiatasi a fare i propri comodi, un’automobile, una bella BMW, esplode al Parco Lambro.
La polizia accorsa prontamente scopre, lanciata in aria dall’esplosione, la vittima, un giovanotto, tal Daniele Belotti, figlio unico di un ricco imprenditore lombardo, ramo carni (i manifesti con le sue bistecche tappezzano la città).
L’indagine viene affidata al commissario Malaspina, fiancheggiato da un nuovo braccio destro, il folcloristico ma, a  ben vedere, tutt’altro che stupido agente romano Venditti (nessuna parentela con Antonello il cantante). E al primo botto con cadavere ne fa subito seguito un altro, fuori città stavolta, mentre la seconda giovane vittima stava uscendo da un cesso sul ballatoio di una cascina.
Ahi! I due crimini appaiono subito indissolubilmente legati e sono stati commessi con sistemi a portata di mano solo di dinamitardi esperti.
In quei terribili anni di piombo, le piste da seguire sembrano indicare organizzazioni politiche bombarole, oppure? Insomma c’è da perdere la testa. E a complicare le ricerche del Mala il padre del primo morto, il commendator Belotti, offre ben venti milioni di lire a chi gli consegnerà la testa dell’assassino dell’erede. Ma il killer non si ferma e ammazza anche il posteggiatore di un night club/balera…
La stampa cittadina fa baldoria, Il commissario capo Puglisi vuole i colpevoli.
Il Mala chiede lumi anche a Dino Lazzati detto Fernet, cronista di nera ormai degradato alla posta del cuore, ma sempre il suo miglior informatore e Fernet, che intravede nella bella taglia offerta “dal ras delle macellerie” la possibilità di tornare in pista, si avvale dell’aiuto di Doriana, una giovane giornalista, sua incondizionata ammiratrice.
Coinvolto un pirotecnico balletto, a metà tra il comic poliziottesco americano e la commedia neorealista nostrana ben calibrata, riuscirà il commissario Malaspina con i suoi compari, il dritto Fernet, la brava Doriana e Venditti con il suo romanesco di borgata a risolvere un caso molto complicato e a scoprire nome e volto del killer assassino?
Ma qualche volta la giustizia può avere più facce.
Un romanzo noir, tirato giù a sei mani che scivola via liscio come l’olio.  E complimenti per il titolo!

 

Patrizia Debicke

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