Il diacono



andrea colombo
Il diacono
Gargoyle
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Fantasy horror che, con la sua suspence di notevole livello, incolla il lettore alle pagine e lo sprofonda in una storia avvincente e serrata senza concedergli tregua.
Non temo smentite e colloco Andrea G. Colombo (il significato della G è un segreto irrinunciabile pare) tra i seguaci della scuola di Sergio Altieri con il suo ritmo rapido, fatto di dialoghi brevi e di azione a tutto campo.
La narrazione si dipana con un macabro susseguirsi di morti in un crescendo infernale. Il male si insinua ovunque, facendosi largo con prepotenza e pascendosi del sangue delle sue vittime.
La statuetta di pietra rubata in un piccolo villaggio alle pendici del monte Elgon, un vulcano spento al confine tra l’Uganda e il Kenia, spiana il cammino al caos.  Riporta alla luce un  terribile mistero che le sabbie del deserto hanno conservato per millenni e scatena la mattanza degli esorcisti sulla terra.  Si avvicina il regno dei dannati?
Il terzo segreto di Fatima, la vera profezia dettata dall’unica superstite dei tre pastorelli portoghesi sta per avverarsi. La chiesa sarà distrutta? Basterà il messaggio di avvertimento di un  grande papa, scritto secoli prima e diretto a un suo successore a proteggerla? O l’Apocalisse divorerà l’umanità e il diavolo regnerà ovunque sovrano?
La presenza diabolica si ammanta di una figura femminile, la Divoratrice, ma qui trovo il piccolo neo che imputo all’autore: l’arrapata e un po’ risibile perversione eroticheggiante della stessa che niente regala alla bontà della trama.
Tutto sembra perduto, il Vaticano, il papa stesso, vecchio e ammalato, è sotto assedio. Unico baluardo superstite, a difesa, trentatre monaci, i celati del monastero di Vallombrosa che A. G. Colombo per suo volere ha spostato dalla Toscana in Umbria.

Uno di loro, il più forte forse, l’uomo senza nome, senza passato, detto il Diacono sembra il tramite? Gli sarà concesso di scegliere?

patrizia debicke

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