Cari tutti,
ieri leggo sul Riformista di un’edizione di 14 racconti pubblicata dal centro sociale Crash di Bologna che ha come titolo “Scorrete lacrime, disse lo sceriffo” e come autore Philip K.Dick (che pubblico in esclusiva dal 1999). Si tratta di un’operazione che vuole prendere in giro Sergio Cofferati, noto appassionato di Dick, e criticare il suo operato come sindaco. Non entro nel merito delle motivazioni di tale operazione,
non vivo a Bologna e non mi riguardano, con Cofferati ho un’amicizia grazie proprio al suo interesse per Philip K.Dick, ma quello che pi mi infastidisce che l’operazione stata promossa e sostenuta da autori che conosco bene – con Valerio Evangelisti, che ha curato l’operazione, ho amicizia e stima di vecchia data – e che sanno benissimo cosa vuol dire in termini di impegno e conquista professionale il significato del concetto di diritto d’autore, volto a tutelare le opere d’ingegno pubblicate nel nostro Paese.
Cito Evangelisti testualmente (dall’articolo de Il Riformista): “Sembra proprio una raccolta di racconti inediti scovata in un vecchio solaio e riproposta per la gioia degli appassionati di fantascienza. E non sono pochi i critici e i giornalisti che hanno abboccato a questo tranello, assicura ancora Evangelisti”.
Ora, il titolo del vero romanzo dickiano, da me ripubblicato a febbraio 2007 e tuttora in commercio, leggermente diverso: “Scorrete lacrime, disse il poliziotto”. Dunque risulta immediatamente chiaro come l’edizione di Crash sia ingannevole e rappresenti un vero e proprio falso, essa lede tutti i diritti d’autore in barba alle leggi che lo tutelano, offende il mio lavoro e quello di tutti i miei collaboratori che partecipano ogni giorno per promuovere e sostenere Philip K. Dick. Inoltre, mi mette nella posizione scomoda e tipicamente italiana di essere costretto a difendermi da un sopruso, rischiando comunque un giudizio negativo, della serie “come fai, sbagli”.
Mi spiego meglio: se ora rispondo con un avvocato come giusto che sia (e non detto che non lo faccia) per difendere un mio diritto sancito dalle nostre leggi (ossia che nessuno pu fare come gli pare…) rischio la matematica etichetta di destrorso, quello che va contro i centri sociali, contro una parte di espressione della nostra societ e bla bla bla. Se invece rimango zitto, giustifico con il mio silenzio la diffusa pratica “italiana” di fregarsene delle leggi, del rispetto degli altri, del valore del lavoro, di chi ci crede veramente e di chi le leggi le rispetta.
Ora mi chiedo, io stavo bello tranquillo a fare il mio mestiere, questi signori di Bologna lo offendono, mi causano costi e tempo da dedicar loro, in pi mi mettono in una situazione che proprio non desidero e quindi vi domando: ma vi sembra giusto?
Io rispondo che tra due giorni voteremo quelli che purtroppo alcuni di noi si meritano e non c’ colore di partito che tenga.
Ricominciare a leggere questa mia dall’inizio per crederci.
Un caro saluto a tutti