Il figlio della tempesta – Marco Buticchi



Marco Buticchi
Il figlio della tempesta
Longanesi
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Il 10 luglio 1856 nasceva nell’attuale Croazia Nikola Tesla, un uomo che dedicò la vita a risolvere i misteri dell’elettricità e a cercare il modo per far sì che questo fenomeno semplificasse la vita della gente. Uomo introverso, solitario, solo il suo lavoro lo coinvolgeva,  in considerazione delle sue asociali  abitudini di vita, lascia  sospettare che le sue fissazioni fossero attribuibili a un comportamento  da Sindrome di Asperger. Sospetto plausibile e che lo affratella a scienziati come Einstein e Newton.
«La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità». Queste parole riassumono lo spirito di Nikola Tesla, uomo enigmatico, visionario e controverso, un grande  inventore che  seppe precorrere i tempi.
Nel 1884. Nikola Tesla sbarcava  negli Stati Uniti, una nazione in divenire e che cresceva a ritmi impetuosi con in tasca appena una lettera di raccomandazione a Thomas Edison scritta dal suo superiore in Francia dove aveva lavorato per due anni alla Continental Edison Company. Ma  i suoi contrasti con il primo datore di lavoro al di là dell’oceano, e le sue innovative scoperte nel campo dell’elettromagnetismo faranno presto convergere su di lui gli interessi dei servizi governativi ma anche della criminalità in una New York in preda alle guerre tra gang mafiose …
Fondò a New York un laboratorio di ricerche elettrotecniche ma le sue idee troppo fuori dagli schemi lo obbligarono a vivere per decenni in un perenne limbo, spesso afflitto dai debiti, ma lo stesso osannato dalla scienza e dalla stampa. Avvicinato e corteggiato tra le due Grandi Guerre praticamente da tutti gli stati  in conflitto  tra loro, Tesla dovrà operare una drastica scelta: completare  la sua ultima, potentissima e letale  invenzione o fermarsi prima che i suoi esperimenti creino incontrollabili tensioni tra le grandi potenze? Quando Tesla muore a 87 anni nel 1943 in piena II Guerra Mondiale, sta lavorando indefessamente fino all’ultimo dei suoi giorni ai segreti delle sue ricerche in grado di ipotizzare un fatale raggio energetico pronto a colpire e distruggere  a miglia di chilometri di distanza, segreti che sembrano destinati a sparire con lui. Chiusi, almeno in parte, nei pochi appunti scritti a mano su un diario… E invece, dovunque si celi,  il male non dimentica mai  e non si ferma. La morte  di Tesla coprirà  solo le sue ricerche con una spessa coltre di silenzio, ma basterebbe molto poco  per rimettere in gioco le sue idee e dare fuoco alla miccia .
Marco Buticchi torna in libreria con Il figlio della tempesta, un romanzo che riesplora e ricostruisce con l’inventiva del narratore, i momenti forse  meno conosciuti  ma intriganti della stravagante carriera dell’inventore Tesla che ai suoi tempi l’hanno messo in contatto con i grandi, buoni e cattivi, della terra intrecciandoli strettamente, capitolo dopo capitolo, in una coinvolgente e emozionante  escalation, ai drammatici e attuali eventi del conflitto israelo-palestinese.
7 ottobre 2023. Le costanti frizioni tra Palestina, rappresentata dai miliziani di Hamas  e Israele precipitano sfociando  nel tragico e sanguinoso attacco che fa contare a Israele quasi mille e duecento morti e oltre 250 ostaggi in mano al nemico. La nazione è costretta a  svegliarsi all’alba incredula e sotto la minaccia  del terrore. 
Yossi Leivi raggiunge Oswald Breil e Sara Terracini mentre sta per sorgere il sole  mentre si rilassano in un albergo di sogno ai piedi del castello di Gordes,  in Provenza. L’intero equipaggio , la loro dimora galleggiante è  come loro in vacanza  mentre  il Williamsburg  è  ricoverato in riparazione in un cantiere navale di La Spezia  .
Per Yossi Leivi, erede di Breil al timone del Mossad dove fino a pochi mesi prima ha  ricoperto l’incarico di direttore rivelandosi all’altezza del suo mentore, che chiama da Tel Aviv sono invece  le 7,30. Come prima cosa informa l’ex capo che il drammatico attacco di sorpresa dei miliziani di Hamas con razzi e vari mezzi da terra compresi droni, finora incontrastato purtroppo è ancora in corso e propone di raggiungerli la mattina seguente per fare assieme il  punto sull’accaduto . Subito dopo Breil apprenderà della tragedia  anche in diretta sulla televisione francese e  più tardi, sempre da Leivi, che purtroppo le truppe israeliane erano dislocate in Cisgiordania per fronteggiare un possibile attacco e ci metteranno ore  prima di poter intervenire. I miliziani di Hamas hanno tempo e  mano libera per continuare a fare strage impunemente.
Al suo arrivo in Francia il giorno dopo, Yossi Leivi confermerà loro il peggior quadro della situazione:  tante cose poco chiare. Le linee difensive dislocate in Cisgiordania poche ore prima dell’attacco, i servizi d’informazione al buio, l’appoggio fornito da altri stati nemici…
E vorrebbe l’appoggio di Breil: ha già per lui  uno speciale lasciapassare  e anche Daniel Aserovich, il primo ministro invoca la sua presenza , ma lui è incerto,  nicchia. Comincerà a cambiare idea solo dopo la richiesta di aiuto di Toba, sua straordinaria collaboratrice. Tra gli ostaggi in mano ai miliziani  ci sono infatti anche  Roxie Oshman, sorella maggiore di Toba, che viveva nel kibbuz  e tutta la sua famiglia.
Il principale bersaglio dell’azione militare potrebbe  essere  in realtà il marito di Roxie, l’ebreo statunitense Richard Goldberg, un famoso  ingegnere elettronico trasferito in Israele  che stava lavorando per il governo  a un progetto segretissimo…
Incaricati di far luce sull’intera vicenda, Oswald e Sara Terracini dovranno mettersi  all’opera per scoprire  cosa di tanto pericoloso potrebbe rivelare  Goldberg.
La squadra al completo del Williamsburg  andrà in volo in Israele per  sistemarsi in una falsa fattoria blindata trasformata in un segretissimo bunker messo a loro disposizione dal governo, poco lontano dai confini di Gaza.  In una fantascientifica e affannosa corsa contro il tempo con scontri, inseguimenti e agguati alla James Bond dei bei tempi d’oro, dovrebbero riuscire a scoprire cosa si nasconde dietro quello che potrebbe essere un atroce complotto o peggio addirittura un tradimento  e soprattutto impedire  che l’arma più pericolosa mai creata finora  vada a finire  nelle mani sbagliate e provocare addirittura una infinita guerra senza scampo per l’umanità.
Marco Buticchi, nel commentare  il suo libro afferma e a ragione che “Non esistono, e mai sono esistite, guerre cavalleresche, etiche o morali.”  E rafforza il suo pensiero aggiungendo: “La guerra è guerra. Come tale, basa ogni suo presupposto su azioni criminali e omicide.”
Ci esprime  tranquillamente i suoi dubbi sulle dinamiche dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 condotto  in un Paese che deve la sua sopravvivenza all’efficacia dei servizi d’intelligence. Possibile che la preparazione dell’attacco del 7 ottobre sia passata inosservata? Perchè non se ne siano  percepiti i segnali?
Ma si tranquillizzi, non è il solo a dubitarne . Molti come lui si pongono la stessa domanda ogni giorno.
Certo se l’intento di una possibile reazione fosse stato di mirare  a fare piazza pulita dei nemici dell’Occidente in Medio Oriente sicuramente finora non ha funzionato.
Ma visto che gli ultimi avvenimenti ci fanno pensare al rischio insito in ogni aggeggio elettrico o elettronico pur che sia, nel caso di voler mostrare delle divergenze con il pensiero del dittatore di Tell Aviv … e quindi anche il tablet, il telefono e il computer di Buticchi  e i miei, mentre mi accingo oggi a recensire il suo libro, sottoscrivo appieno  le sue  parole con le quali afferma :
“Sicuramente i fatti hanno avuto un percorso più lineare e davvero si sono svolti come ci hanno dato a intendere. Sicuramente!

Note storiche: Nikolas Tesla: nonostante sia stato noto soprattutto per le sue competenze scientifiche, per due volte addirittura proposto per il Nobel, era anche un poliglotta. Parlava fluentemente otto lingue: serbo- croato, inglese, ceco, francese, tedesco, ungherese, italiano e latino. Una capacità che, oltre a  permettergli facilmente di comunicare, dimostrava anche la sua straordinaria apertura intellettuale. Benchè avesse fatto gli studi universitari sia al Politecnico di Graz che all’Università Carolina di Praga, non completò mai il corso di laurea. Ottenne  tuttavia presso numerosi atenei riconoscimento formale alle sue idee con delle specifiche lauree ad honorem.  Ma la mancanza di un titolo accademico non gli impedì di diventare uno degli inventori più prolifici e influenti della storia. Ha registrato ben 280 brevetti in 26 paesi. 
Tanguska è una regione della Siberia. Con “evento di Tunguska” (in russo Тунгусский феномен?) si indicano le conseguenze verificatesi in una remota regione della Siberia la mattina del 30 giugno 1908, a seguito del possibile impatto o esplosione, non ancora del tutto certo, di un grande meteoroide, di una cometa, oppure?…
L’esplosione, avvenuta a un’altitudine di 5–10 chilometri dalla superficie terrestre, abbatté decine di milioni di alberi e generò un bagliore visibile a 700 km circa di distanza. È il più importante evento esplosivo naturale(?) registrato di recente in prossimità della Terra.
Marco Buticchi prende in considerazione nel suo libro la possibilità che questo incredibile evento invece possa essere stato provocato a distanza da un fatale raggio della morte manovrato dall’intelligenza umana.
La località prende il nome dal fiume Tunguska Pietrosa (in russo Подкаменная Тунгуска?), che scorre nella parte settentrionale del territorio di Krasnojarsk, nella Siberia centrale.

Patrizia Debicke

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