Un thriller mozzafiato che riesce a racchiudere in sé tutto quello che serve per tenere il lettore incollato alla storia fino all’ultima pagina. Di più, riesce nel compito che se da una parte è quello più ovvio, dall’altra è spesso quello più difficile da portare a termine: seminare indizi, lanciare messaggi che fanno intuire una soluzione salvo poi lasciare il lettore completamente spiazzato e sorpreso nell’apprendere come tutte le sue convinzioni possano crollare nel volgere di poche righe.
Tutto questo è “Il filatelista” dello svizzero Nicolas Feuz, nella vita quotidiana Magistrato a Neuchatel, edito in Italia da Baldini e Castoldi e che in un’ambientazione sempre più usuale per il mondo dei thriller (l’efficiente, pulita e perfezionista Svizzera) racconta di un caso che affonda le sue radici nel passato per approdare ad una soluzione finale clamorosa.
Tutto nasce da un’infanzia traumatica in cui gesti di bullismo nei confronti di un ragazzino con una situazione familiare disfunzionale alle spalle generano una giovanissima furia omicida che per qualche strana ragione di solidarietà tra minorenni non verrà mai né scoperta né punita. Un fatto che in ogni caso porterà un uomo ad architettare un articolatissimo piano di vendetta qualche decennio dopo tirando le fila dell’enigma con una serie di pacchi spediti nei vari uffici postali utilizzando come francobolli degli annulli filatelici stampati meticolosamente su pelle umana.
Toccherà ad Ana, che si scoprirà poi vittima ultima e designata del disegno criminale, indagare sul caso superando crisi d’amore, drammi familiari, pagando in prima persona con la propria salute e arrivando a mettere in discussione uno dei sentimenti più veri e genuini come la vera amicizia pur di arrivare alla verità contornata dal gelido inverno svizzero che sembra essere al tempo stesso testimone e complice di quanto sta accadendo.
Feuz, uno degli autori preferiti nientemeno che da Joel Dicker, sbarca in Italia con un thriller che senza dubbio non può lasciare indifferenti amanti delle sfumature noir e che di fatto accende anche le luci su una Svizzera inedita dove non tutto funziona con la precisione di un orologio come dovrebbe essere nell’immaginario collettivo: un romanzo che, una volta di più, ricorda come i traumi del passato non possano mai essere realmente cancellati e superati.