Il noir è un genere letterario che vanta una comunità di scrittori immensa. Non si possono leggere tutti, bisogna saper scegliere. Jean-Claude Izzo appartiene a quel consesso di scrittori che merita, più di altri, di essere frequentato. Io ho conosciuto i suoi libri a Parigi, ho iniziato a leggerli nella sua lingua e ad amarli nella mia. Quando mi avvicinavo alla fine dei romanzi, alle ultime pagine, alle ultime parole, avevo il desiderio che Izzo continuasse a raccontarmi le storie dei suoi personaggi, la storia di Marsiglia, la storia del Mediterraneo. Ma le storie finiscono. E Izzo mi ha insegnato che dove finisce una storia ne inizia un’altra. Per questo ho voluto scrivere “Il noir di Jean-Claude Izzo. Nel quale è essenziale che la gente si incontri”. Perché alle sue storie ne facciano seguito altre, perché il suo pensiero possa essere divulgato, interpretato e criticamente discusso anche oggi. Parlare di Izzo è condividere le sue idee, è svelare e moltiplicare i significati che il Mediterraneo custodisce. Il mio saggio, dunque, credo debba essere inteso come veicolo per avvicinare nuovi lettori ai romanzi di Izzo e come momento di riflessione per chi ha già conosciuto il noir marsigliese.
Giancarlo Briguglia ha 26 anni, vive a Monza e ha un blog di letteratura, comunicazione e città che si chiama l’Orecchio muto
Dottore in Editoria e giornalismo all’Università degli Studi di Genova è attualmente Research training presso l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano.
Collabora con diverse riviste e ha pubblicato alcuni racconti di narrativa tra cui Storia di un uomo e della sua vite (2010) per la rivista di letteratura contemporanea Il paradiso degli orchi e Sul mio tragitto, tra Milano e Genova (2010) per Assopiù Editore.
Nel 2010 è stato finalista del Festival delle lettere di Milano con Lettera a un giornalista.
