Asmara, luglio 1937: sesto capitolo della saga che Giorgio Ballario ha dedicato al suo personaggio ben noto sia per la sua correttezza che per l’innato senso dell’onore, maggiore Aldo Morosini ormai amato e seguito da tutti i suoi lettori.
Chi ha letto il quinto sa già che il maggiore Morosini da pochi mesi è stato trasferito da Massua all’Asmara e accompagnato dal fido e affezionato Maresciallo Barbagallo dal Corpo dei Reali Carabinieri è passato alla nascente Polizia dell’Africa Italiana (PAI). Nuova vita e nuovo comandante, ben diverso dal precedente ma presto il maggiore si è fatto valere affrontando e risolvendo brillantemente un caso da paura.
Ciò nondimeno la sua collaudata esperienza, dirittura morale e patriottismo, non serviranno a evitargli l’umiliazione della sveglia all’alba con annesso umiliante interrogatorio da parte del suo attuale superiore nella PAI . Una precisa e circostanziata denuncia di un piccolo costruttore, tal Nestore Ravanelli, una trappola ben orchestrata da elementi locali, farà ritrovare infatti nella sua residenza in affitto le diecimila lire, di una presupposta tangente da lui ricevuta. Le prove, tutte contro Morosini, lo incastrano e l’amorfo e pavido Colonnello Delle Piane, senza neppure degnarsi di indagare più a fondo su quella “falsa” accusa, che infama un integerrimo ufficiale, decide di sospenderlo dal servizio. Per colpa di un’articolata macchinazione, insomma, da un giorno all’altro, il maggiore Morosini si trova sotto indagine, senza un lavoro, senza stipendio, senza arma di servizio e senza un posto dove stare.
Se è stato malamente scaricato dalle alte sfere , può tuttavia far conto sulla fiducia, l’appoggio e l’ospitalità di un amico, quale il giornalista Bonvicini e contare, sull’incondizionato aiuto del maresciallo Barbagallo e del fedele Tesfaghì, sciumbasci (maresciallo) eritreo del PAI , come loro ex carabiniere. Certo, ritrovarsi da investigatore a indagato e per giunta di concussione, reato molto disonorevole, è cosa brutta.
Una infamante situazione che avrebbe potuto spingere un militare con alle spalle anni di carriera e onorato servizio a lasciarsi andare e magari peggio addirittura a spararsi un colpo di pistola, ma Morosini invece non si arrende e, pur senza l’abituale copertura di una veste ufficiale, si dà da fare per scoprire chi e perché ha voluto tendergli quella rete per incastrarlo. Con l’occhio ben aperto e il fiuto di Bonvicini, e il fattivo appoggio del maresciallo Barbagallo e del fedele sciumbasci Tesfaghì, comincerà intanto a indagare, come può ma sempre più a fondo.
Quando Bonvicini, anche per aiutarlo a rimpinguare le sue misere finanze, gli troverà un lavoro come responsabile della sicurezza di un locale notturno prediletto dall’alta e ricca società dell’Asmara. Quella che agli occhi dei benpensanti poteva apparire un scelta di disonore diventerà invece per il maggiore “congelato” una vero e proprio colpo di fortuna. Una spalla per le sue indagini che gli verrà offerta dalla vecchia amante dal cuore tenero, Lucilla Santacroce. Spalla da lui accettata e utilizzata con sano pragmatismo. Proprio da quel momento infatti potrà contare su una marcia in più per arrivare a sbrogliare il caso, scoprire gli artefici del complotto ai suoi danni e arrivare a toccare con mano l’inimmaginabile, lurida depravazione capace solo di contaminare e sovvertire ogni ordine, morale, sociale e legale.
Il prezzo dell’onore, un romanzo che va a frugare nei reconditi segreti coloniali italiani in cui allignano sordidamente imbrogli, corruzione, coercizioni, delitti, e molto altro. Un romanzo frequentato da una composita umanità fatta di marinai somali, commercianti arabi, soldati turchi, pescatori di perle dancali, mercanti di origine indiana, pastori cafri, puttane locali , ascari ecc. ecc. e che in questo sesto capitolo vede la presenza di fortunati camei interpretati da personaggi quali il celebre musicista napoletano Renato Carosone,fulcro delle canzonette più in voga che qui conobbe la sua futura moglie e Pietro Ferrero, il pilastro portante e fondatore della l’omonima azienda produttrice della Nutella. Due tra i tanti italiani andati a cercare fortuna propria all’Asmara, città a 2363 metri di altezza, e dal clima mite. Luce e ombre che si alternano ma e soprattutto anche porto di approdo per tanti avventurieri. Con l’onestà di Morosini, talvolta ribelle, a fare da sfondo. Morosini l’uomo di cultura che legge Seneca, conosce Machiavelli e Pirandello ma non disdegna, quando serve, di mostrare i muscoli. E ogni tanto la sua mente e la sua penna volano in Portogallo a Erika Hagen, fotografa tedesca, forse agente dei servizi segreti, della quale Morosini è sempre innamorato….
Giorgio Ballario compone ancora una volta con maestria un intrigante universo narrativo che colpisce per la accurata ricerca storica, tesa a illustrare con precisione la vita nella prima colonia italiana dopo la seconda guerra italo-etiopica. Una trama che porta in primo piano un investigatore legittimato alle indagini come poliziotto, ma non per questo inconsapevole delle atrocità commesse dai suoi connazionali, specialmente in Etiopia. Giallo intrigante il suo, sicuramente per la trama ben costruita ma e soprattutto per l’accurata ricostruzione storico ambientale di ciò che furono la vita e le consuetudini degli italiani in Africa poco prima della seconda guerra mondiale. Fatti storici italiani meno noti ai più, che rendono la ricostruzione ambientale di Giorgio Ballario molto interessante e istruttiva anche per lo sfondo politico, sociale e culturale. Un vera e propria saga, ricordata ed esaltata da tanti nomi che rappresentano un aspetto della storia d’Italia poco conosciuta ma lo stesso degna di attenzione per il grande insegnamento da trarre da quell’ esperienza bellica e coloniale. Non è facile oggi rendersi conto di quanto l’Italia e il genio italiano di allora siano riusciti anche a costruire idee e novità imprenditoriali in quel continente tanto lontano.
Purtroppo tutto venne oscurato dal fascismo in sella e, dopo, nascosto dalla partecipazione e dalla sconfitta nella II Guerra Mondiale. Ma quelli erano ancora gli anni del grande consenso al fascismo, del sogno imperiale italiano e il mondo nel quale si muovono sia il protagonista che gli altri personaggi della storia, è molto vicino alla realtà di quel periodo in Africa.
Il prezzo dell’onore – Giorgio Ballario
Patrizia Debicke